Un bell'esemplare di cervo, dell'età approssimativa di sette anni, è stato investito e ucciso lungo una strada comunale che si stacca dalla Regionale 509, nei pressi del cimitero di San Donato Val di Comino. L'incidente è avvenuto ieri mattina, alle prime luci del giorno: i residenti che per primi hanno percorso quella stradina per recarsi al lavoro hanno trovato delle schegge di vetro sull'asfalto, probabilmente i resti di un faro anteriore di un'autovettura. Il povero animale era riverso a terra su un terreno privato ai margini della stradina e la preoccupazione della proprietaria e dei residenti è stata quella di conoscere il futuro della carcassa del cervo.

«Ormai i cervi sono molto più che una sporadica presenza nel territorio di San Donato», dice uno dei residenti che abita proprio nei pressi del luogo dove è avvenuto l'incidente. «Per il mio lavoro aggiunge il professionista mi sposto in auto più volte al giorno e proprio la settimana scorsa, mentre mi recavo a Settefrati, lungo via Valanzera ho incrociato ben cinque cervi che, a turno, saltellando di qua e di là, mi hanno tagliato la strada. Solo grazie all'andatura lenta che mantenevo non ho impattato con qualche animale».
Le copiose nevicate dei giorni scorsi hanno spinto i cervi a scendere a valle per procurarsi il cibo con il quale sfamarsi.

«Ma possiamo raccontare anche di sconfinamenti avvenuti negli altri periodi dell'anno», precisa il nostro interlocutore: «Per lisciare le loro corna, i cervi amano strofinarle contro le ramaglie degli ulivi facendo scempio di quegli alberi, come è successo a un mio confinante che lamenta anche la distruzione di un intero campo di grano appena seminato attraversato nottetempo proprio da un branco di cervi». Intanto dell'investitore nessuna traccia: «E ci credo!», rimarca chi conosce bene cosa accade dopo l'investimento.
«Il risarcimento dei danni all'auto non è così automatico, anzi». «Finché si parla di danni alle auto, importa relativamente, ma se l'impatto con il cervo significa vedersi le corna infrangere il cristallo anteriore dell'auto e penetrare all'interno fino a pochi centimetri dal volto del conducente, è un'altra cosa», è il racconto da brividi che narra la disavventura vissuta da una giovane automobilista che vive in quella contrada.