Tracce di storia che emergono dal sottosuolo. Una probabile nuova scoperta archeologica è stata, infatti, effettuata in questi giorni all'inizio di via Giuseppe Garibaldi, nei pressi del ristorante "La Stella". Durante gli scavi per il passaggio della fibra ottica, i mezzi degli operai si sono imbattuti in un manufatto che, ad un primo esame superficiale, è stato classificato come una struttura muraria.

Impossibile allo stato attuale poter datare il reperto o assegnargli una funzione: potrebbe trattarsi di un edificio di epoca romana o medievale o addirittura potrebbero essere le fondamenta dell'originario palazzo dove si trovava, a inizio del secolo scorso, la casa della salute del dottor Arnaldo Angelini.

Gli scavi, cui sta sovraintendendo l'archeologo Davide Pagliarosi, al momento sono fermi e riprenderanno dopo le festività natalizie. In mancanze di certezze scientifiche ogni ipotesi può essere quella giusta. Sulla base delle fonti storiche si è sempre pensato che su quella zona insistessero il foro della Frusino romana e il tratto urbano dell'antica via Latina.

Vittorio Fortuna, ad esempio, in "La Nuova Gazzetta Latina" (1910) sosteneva che «sulla sezione a nord dello stradello suburbano che partendo dal largo avanti la Casa di Salute Angelini si innestava alla via di Borgo S. Martino, si potevano ammirare per una lunghezza di un centinaio di passi delle magnifiche arcate, d'una costruzione resistentissima al punto che gli aggetti degli intercolunni si mantenevano intatti ancora dopo molti secoli, come se fossero stati di ferro. Quando fu costruita la nuova via che mena al Distretto militare, le arcate vennero seppellite sotto valanghe di terra. Qualche altro avanzo di dette arcate fu distrutto a colpi di piccone dai contadini che vi confinavano coi loro poderi ed ora nulla o quasi resta a testimoniare l'esistenza dell'Anfiteatro Frusinate. Un'inerzia così barbarica per la conservazione delle antichità è veramente deplorevole per una città che ne conta così pochine e tali da non meritare nemmeno una fuggevole occhiata degli intendenti».