«Così completiamo una fascia di popolazione importante, siamo in un momento decisivo». La dottoressa Gabriella Calenda non ha dubbi. Responsabile del coordinamento delle attività vaccinali della Asl, da un anno è in trincea. Perché la campagna di profilassi è l'arma più forte contro ilCovid-19. Perché è così importante questa fase? Argomenta la Calenda: «Intanto per i numeri della popolazione vaccinabile: 21.000 bambini tra i 5 e gli 11 anni. In secondo luogo perché i contagi stanno salendo in maniera vertiginosa.
I bambini possono infettarsi e diffondere il virus. Trasmetterlo cioè. In ogni caso, però, anche loro hanno il diritto di tornare a giocare e a vivere la scuola in maniera più tranquilla.
Il vaccino utilizzato per questa fascia di popolazione è solo il Pfizer, peraltro specifico. Si tratta di flaconcini diversi, a tappo arancione. La dose è un terzo di quella per la popolazione over 12 anni. È necessario specificare che negli Stati Uniti su 3 milioni di dosi somministrate gli effetti collaterali riscontrati sono stati pochissimi. Prossimi allo zero. Stiamo parlando, è importante ripeterlo, di un vaccino mRna pediatrico Comirnaty, autorizzato dall'Agenzia europea per i medicinali (Ema) e dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa)».
Prosegue Gabriella Calenda: «Ai bambini tra i 5 e gli 11 anni verranno somministrate due dosi, a distanza di ventuno giorni. Sono stati previsti percorsi dedicati e la presenza di clown e intrattenitori per far vivere la vaccinazione come un gioco e mettere i bambini a proprio agio. Con sorprese e attività ludiche». Poi rileva: «C'è un tema che è stato sollevato in questi giorni: come comportarsi con fratellini e sorelline di bambini positivi al Covid? La regola è questa: potranno essere vaccinati al termine del periodo di quarantena che devono osservare anche da negativi». Chiediamo alla dottoressa Calenda: ai bambini che hanno avuto il Covid quante dosi saranno somministrate, una o due? Risponde: «Allora: se hanno superato il Covid e si sono negativizzati da oltre sei mesi, allora serviranno due dosi. Se invece hanno passato la malattia da meno di sei mesi, una dose».
Per quanto riguarda l'intera campagna di vaccinazione, i numeri della Asl di Frosinone sono imponenti: sono state somministrate (i dati sono aggiornati a sabato 11 dicembre) 684.757 dosi. Così suddivise: 310.702 prime dosi, 294.619 seconde e 79.436 terze. La copertura vaccinale è dell'85,1%. Era ipotizzabile un anno fa? Rileva la Calenda: «Ce lo auguravamo. Indubbiamente il lavoro effettuato ha dato i suoi frutti e li sta dando ancora. E va pure sottolineata la concentrazione con la quale la Asl sta continuando a seguire la situazione. Dal 14 dicembre (ndr: oggi per chi legge) riapre il centro vaccinale Psc Components, l'hub di Torrice. Restano invariati le date e gli orari degli appuntamenti già prenotati presso la sala teatro dello Spaziani. Ci sono spazi più grandi e questo permetterà di accogliere un maggior numero di persone e garantire il distanziamento. Un'équipe dello Spaziani di si sposterà. Va ricordato il lavoro di squadra che stiamo facendo con i medici di medicina generale e adesso con i pediatri».
Quanto è importante fare anche la terza dose? È vero che dopo cinque mesi c'è una diminuzione della protezione pure con due dosi? Dichiara la Calenda: «Gli studi fanno riferimento ad una diminuzione dell'efficacia, anche con due dosi, che può riverberarsi soprattutto però sulla trasmissione del virus.
Aciclo completo, con tre dosi, l'efficacia della protezione va oltre il 90%.E in ogni caso la vaccinazione protegge dalle forme gravi della malattia e dai ricoveri.
Diverso è il discorso per quanto riguarda il contagio: su questo fronte servono le mascherine, le misure di protezione individuale, il distanziamento, l'igienizzazione delle mani. Cosa voglio dire ai no vax? Chi non si è ancora vaccinato dovrebbe farlo soprattutto per sé stesso. La profilassi è l'arma più forte che abbiamo contro il Covid. Oggi tutti i dati dicono che la mortalità e i ricoveri nelle terapie intensive riguardano soprattutto persone non vaccinate. Gli effetti collaterali? Stiamo parlando di miliardi di dosi somministrate in tutto il mondo. La percentuale è davvero molto bassa»