Ancora blocchi, ancora stop alla produzione, oltre a quelli già annunciati. Giovedì pomeriggio è giunta la comunicazione che ieri i cancelli dello stabilimento Fca Cassino Plant sarebbero rimasti chiusi. E ancora una volta il motivo dello stop è legato alla mancanza dei semiconduttori. Stessa causa per cui ieri mattina la direzione di Stellantis ha comunicato che la settimana prossima si lavorerà solamente i primi tre giorni: giovedì 16 e venerdì 17 i cancelli resteranno chiusi nuovamente. Notevoli le ripercussioni anche sull'indotto con buste paga decurtate e ammortizzatori sociali ormai quasi agli sgoccioli. Con questi due giorni di stop si arriva infatti a quota 85 giorni di blocco totale dall'inizio del 2021.

Ma considerando che già è stata annunciata la chiusura collettiva tra il 24 e il 31 dicembre, significa che i giorni di stop saranno oltre 90, sempre che non si vadano ad aggiungere altre fermate tra il 20 e il 23 dicembre. In ogni caso appare difficile che il 2021 possa chiudere con 102 giorni di blocco totale alla produzione come avvenuto nel 2020: ma l'anno scorso ci fu il lockdown imposto dal Governo. Per questo, a voler vedere il bicchiere mezzo vuoto, anche se quest'anno si è lavorato qualche giorno in più, la situazione è molto più grave rispetto al 2020 visto che i 90 giorni di stop sono stati decisi dall'azienda per cause diverse, non ultima la mancanza dei semiconduttori.

Il sindacalista della Fiom-Cgil Pierluigi De Filippis, responsabile di salute e sicurezza, sbatte i pugni e dice: «Ecco una modifica che forse andrebbe fatta al dlgs 81/2008: oltre al disagio psicofisico causato dalle condizioni di lavoro inserire anche il disagio causato dalla condizione di non lavoro (che rientrerebbe perfettamente nella definizione di "salute" dell'art.2)».

Assemblee sindacali
E intanto, a proposito di sindacati, nella giornata di lunedì sono in programma le assemblee con i lavoratori. Alle riunioni prenderanno parte i segretari nazionali della Fim-Cisl e alla Fiom-Cgil: Ferdinando Uliano e Michele De Palma.

Spiega il leader dei metalmeccanici della Cgil: «Stellantis presenterà il nuovo piano strategico il 1° marzo 2022. Chiediamo l'apertura di un confronto immediato con l'amministratore delegato per riportare a pieno regime gli stabilimenti italiani». Argomenta De Palma: «La capacità installata degli stabilimenti italiani è di un milione e mezzo di veicoli, ma attualmente se ne producono in media 700mila, meno della metà». Gli fa eco Uliano: «Come Fim riteniamo fondamentale proseguire con gli incontri con il gruppo Stellantis sia in sede sindacale che ministeriale per mettere in sicurezza occupazione e stabilimenti di tutte le realtà del Gruppo nel nostro Paese.

L'abbiamo già ribadito nell'ultimo incontro dove abbiamo discusso la missione produttiva delle funzioni centrali, ora dobbiamo discutere dei piani e delle prospettive e nuovi modelli per gli stabilimenti di Cassino, Pomigliano e passare poi a discutere delle fabbriche di Motori di Cento, Pratola e quelle che producono cambi come le meccaniche e Verrone».