Non aveva accettato la fine della relazione con la ex fidanzata. E così tra agosto e novembre 2019 aveva posto in essere come sostenuto dall'accusa una serie di comportamenti minacciosi, violenti, molesti ed ingiuriosi nei confronti della donna.

Ieri l'uomo è comparso davanti al tribunale di Frosinone per difendersi dai reati di stalking, lesioni e tentata violenza sessuale (per aver cercato di baciarla). L'accusa aveva chiesto una condanna a un anno e mezzo, ma il tribunale (presidente Francesco Mancini) gli ha inflitto una pena a un anno e tre mesi con pena sospesa.

La difesa di B.D., 49 anni, frusinate, rappresentata dall'avvocato Rosario Grieco, ha fatto leva sul fatto di lieve entità. La donna, invece, si è costituita parte civile con l'avvocato Vincenzo Banfi. Stando alle accuse quei comportamenti «minacciosi, violenti, molesti e ingiuriosi» avevano portato l'ex fidanzata a temere per la propria incolumità personale. Era stata costretta così ad alterare le proprie abitudini di vita.

La donna, in pratica, non usciva mai più da sola, temendo di incontrare il suo ex che, in ogni modo, cercava di convincerla a tornare con lui. In un'occasione, l'imputato era accusato di aver bloccato la donna con la sua auto, liberandola solo dopo che la stessa aveva cominciato a suonare il clacson con insistenza.

Un'altra volta, a fine agosto del 2019, l'uomo era entrato nel portone del palazzo della donna e aveva cercato di baciarla. Non era riuscito nel proprio intento per l'intervento dell'attuale fidanzato della parte offesa.
L'uomo poi aveva avuto una colluttazione con quest'ultimo. Inoltre, nella medesima circostanza, avrebbe aggredito nuovamente i due fidanzati mentre questi tentavano di allontanarsi a bordo di un'auto.
B.D. era accusato anche di aver inseguito con l'auto l'ex fidanzata, di averla minacciata, offesa, affrontata più volte offendendola.

Un'altra volta, mentre la vittima era uscita con il cane, l'avrebbe presa per un braccio, colpendola con schiaffi mentre le spingeva con forza la testa contro un muro, provocandole lesioni giudicate guaribili in sette giorni dai sanitari del pronto soccorso di Frosinone. Un altro giorno l'avrebbe affrontata intimandole di annullare l'incontro tra i legali per cercare di chiudere bonariamente la questione. Ieri, dunque, la conclusione della vicenda da un punto di vista processuale.