Negli ultimi anni il territorio di Picinisco è stato martoriato e flagellato dal maltempo che ha prodotto e causato danni alle infrastrutture viarie e non solo.

Il sindaco Marco Scappaticci è in pressing continuo sui vari enti sovracomunali e regionali per verificare lo stato delle pratiche e dei relativi finanziamenti. «C'è da seguire il finanziamento dei lavori per ripristinare il dissesto idrogeologico che ha messo fuori uso il ponte sul torrente Mollarino in località Serre e Casale Basso per un importo di quasi 1.400.000 euro lamenta il sindaco mentre, nonostante siano stati stanziati 100.000 euro, non decollano i lavori per migliorare il ponte mobile in località Immoglie».

Scappaticci si riferisce al ponte in acciaio e legno del tipo Bailey, «vecchio di decenni», dice Scappaticci.
Il quale dà conto anche degli altri fronti dove mantenere la sicurezza sulle strade che solcano il suo territorio, il che significa monitorare il corso dei fiumi, dei torrenti e dei fossi e tenere sotto stretto controllo le frane e le zone già colpiti da movimenti franosi.

«Dal Parco nazionale sono pronti 180.000 euro per bonificare le frane in località Feliciana e Immoglie, mentre sono da appaltare i lavori in località Mole di Vito per 500.000 euro, fondi stanziati dal ministero», informa ancora Scappaticci, aggiungendo all'elenco le località di San Gennaro e La Liscia: «Qui ci si muove per rimettere in sicurezza i movimenti franosi che hanno interessato le strade di accesso; il costo dei lavori si aggira sui 300.000 euro».

Intanto, dal Comune di San Biagio Saracinisco arriva una richiesta che potrebbe risolvere almeno il problema dell'unica strada di accesso al paese quando si trovasse impossibilitata a svolgere il servizio, cioè la regionale 627. In sostanza, chiedono alla Provincia di ripristinare il tratto della provinciale rimasto chiuso dal sisma del 1984, quando per il pericolo di caduta massi furono interdetti un centinaio di metri, costringendo a realizzare in fretta e furia una bretella con notevoli pendenze: «Pensiamo a una galleria parasassi» dice Scappaticci. Praticamente l'uovo di Colombo.