Accoltellano un coetaneo in strada per un cane, il gip scioglie la riserva: il diciottenne e il diciannovenne di San Giorgio a Liri restano in carcere. Ma la misura non viene convalidata per l'assenza della flagranza. Martedì la verità degli indagati, M.T. e G.M., 18 e 19 anni di San Giorgio, studenti, rintracciati poco dopo mentre la vittima veniva soccorsa: i due giovani hanno risposto al giudice punto per punto, offrendo la propria versione. Poi l'attesa per la decisione.

La scelta
Secondo una prima ricostruzione dei militari della Compagnia di Cassino, alla base della violenza ci sarebbe stata una questione da poco: il possesso di un cane. Un Pitbull che, per uno degli aggressori, sarebbe appartenuto al fratello e non alla vittima. Alcune richieste nei giorni precedenti, cadute nel vuoto.
Poi la decisione sabato di chiarire e chiudere la questione: prima la discussione in via Virgilio, molto animata. Poi quella violenza inaccettabile e quei tentativi di separarli: del tutto inutili.

Uno dei coinvolti, in particolare per essere più convincente dopo una prima colluttazione avrebbe tirato fuori dalle tasche un coltello a serramanico dalla lama di circa 8 centimetri: tre, quattro fendenti. Al volto, all'addome, al braccio. Mentre continuavano a darsele di santa ragione sotto la pioggia battente. Presenti al momento dell'alterco ci sarebbero state diverse persone che, però, alla vista del sangue si sarebbero dileguate: le urla avrebbero richiamato l'attenzione dei residenti.

Qualcuno, per fortuna tempestivamente, ha allertato il 112: all'arrivo dei carabinieri, a terra solo il ferito. Immediatamente trasportato al Pronto soccorso di Cassino è stato sottoposto a un delicato intervento.
Poi trasferito a Roma per cure specialistiche, in prognosi riservata ma non in pericolo di vita.

I due giovani coinvolti nella lite sono stati rintracciati e arrestati dall'Arma per tentato omicidio, tentata rapina, porto abusivo di armi e lesioni aggravate. Il coltello recuperato in alcuni cespugli a un passo dal teatro della violenza. Martedì, poi, dal carcere di Perugia in collegamento con i loro avvocati Emanuele Carbone e Mariano Giuliano e con il gip di Cassino hanno risposto punto per punto alle domande del dottor Di Croce.
E hanno parlato di una violenza in risposta a un'aggressione.

Il gip si era riservato la decisione, sciolta nella giornata di ieri: entrambi dovranno restare in carcere. La convalida della misura, però, non è avvenuta per la mancanza della flagranza (entrambi sono fuggiti dopo la violenza). Le difese sono pronte a presentare istanza al riesame.