Era finita nei guai a dicembre di tre anni fa, accusata di truffa ai danni dello Stato. Insieme a lei, anche il fratello e un medico. La donna, O.L. 61anni, era stata accusata di aver riscosso, dal 1998, l'indennità, 310.000 euro in totale, per una patologia relativa alla deambulazione, ma di svolgere ogni tipo di attività quotidiana camminando regolarmente e non mostrando alcun segno di problemi agli arti inferiori.

Ieri è arrivata la sentenza e l'assoluzione per la fiuggina con la formula "perché il fatto non sussiste". Assoluzione anche per il fratello, L.L., che era stato accusato in concorso con la sorella e per il medico V.T., che era finito nei guai per aver rilasciato un certificato alla sua paziente.

La donna e il fratello sono stati difesi dall'avvocato Angelo Testa, mente il medico dall'avvocato Massimo Terrinoni. Stando alle accuse, la donna alle visite di revisione dell'invalidità, si presentava con il bastone e con gravi problemi di deambulazione. Poi, dopo il controllo, svolgeva ogni tipo di attività quotidiana camminando regolarmente.

Era così scattata la denuncia, e insieme a lei erano finiti nei guai anche il medico per falsità ideologica nel certificato che rilasciava alla sua paziente e il fratello ritenuto in qualche modo la persona che l'aveva supportata nella truffa. Era stato emesso anche un decreto di sequestro preventivo su beni mobili e immobili riconducibili all'indagata per un valore di 310.000 euro, corrispondente alle somme indebitamente percepite dal 1998 al 2018. Ieri è arrivata la sentenza e l'assoluzione "perché il fatto non sussiste".