Trasportato ieri a Roma il diciannovenne accoltellato sabato notte in via Virgilio per un cane. Le condizioni del giovane di San Giorgio a Liri operato subito a Cassino per i colpi ricevuti al viso, all'addome e al braccio, sono ritenute stabili, confermata la prognosi riservata: diverse le ferite e gli ematomi soprattutto alla testa e alla pancia. I medici hanno ritenuto necessario il suo trasferimento in una struttura specializzata.
Intanto nella giornata di ieri è stata fissata l'udienza di convalida per i due ragazzi, M.T. e G.M., 18 e 19 anni di San Giorgio, studenti, rintracciati poco dopo mentre la vittima veniva soccorsa. I due dovranno comparire oggi alle 13 davanti al gip per rispondere di tentato omicidio, tentata rapina, lesioni aggravate e porto abusivo di armi. Gli avvocati Emanuele Carbone, Mariano Giuliano e Anna Ciaraldi sono pronti. Intanto proseguono a ritmo serrato le indagini dei carabinieri della Compagnia di Cassino che, in pochissimo tempo, hanno rintracciato e arrestato i giovani ritenuti i responsabili dell'aggressione. Secondo una primissima ricostruzione dei fatti tutto sarebbe nato a seguito di una discussione, qualche giorno prima, sulla proprietà dell'animale.
Il cane, che era con il diciannovenne accoltellato, secondo gli aggressori sarebbe stato invece di proprietà del fratello di uno dei due, motivo per il quale il Pitbull doveva essere restituito. Così sabato sera in via Virgilio, l'ennesima richiesta. La violenza e il fuggi fuggi.
Sarebbero state le urla a permettete ai condomini di allertare il 112. A capire se dietro quella richiesta di restituzione dell'animale possa esserci dell'altro vecchie ruggini, questioni lasciate in sospeso o debiti ci penseranno i militari della Compagnia di Cassino coordinati dal pm Chiara D'Orefice.
Attacco e contrattacco
L'episodio ha suscitato non poche reazioni e sollevato polemiche sulla sicurezza. Con richieste a gran voce della convocazione del comitato ad hoc per fare il punto. A rispondere è l'assessore al ramo, Barbara Alifuoco: «Vorrei rassicurare chiunque pensi che questa amministrazione, in particolare il sindaco Salera, non si occupi del tema sicurezza o, peggio, non abbia tra i suoi obiettivi quello di migliorare la qualità della vita di chi vive sul nostro territorio. Dopodiché, però, vorrei approfittare per chiarire alcuni punti. L'autorità competente che può prendere iniziative straordinarie in tema di sicurezza pubblica è il prefetto, dopo aver consultato le forze dell'ordine che come sappiamo sono gli organi operativi e che sono le uniche che hanno le informazioni e i dati precisi per decidere se c'è una questione emergenziale tale da invocare misure straordinarie.
Questo non sta a significare che sottovalutiamo gli episodi di microcriminalità o ignoriamo casi come quello accaduto sabato, ma all'organo politico locale non competono decisioni su tavoli di sicurezza o altro.
Basta strumentalizzare questi fatti, serve smetterla di invocare un intervento del sindaco o, peggio, della sottoscritta per evitare o risolvere una lite familiare con accoltellamento o una rapina in villa. Abbiamo un tale rispetto per i ruoli e per il valore della competenza che lasciamo a chi di dovere il compito di capire se ciò che è accaduto sia sintomo di una città fuori controllo oppure si tratti di episodi che hanno un'altra matrice o un altro significato». Poi aggiunge: «Credo fermamente che argomentare su temi delicati che incidono profondamente sulla suggestione che si può provocare nella gente sia grave, dirò di più: credo che sia uno dei mali che in modo indisturbato e sistematico avveleni la vita delle persone». «Il modo in cui si decide di intervenire sui problemi del nostro tempo è politica.
Prendere lezioni da chi, la politica, la utilizza, la veste e la snatura a seconda delle circostanze, mi sembra davvero troppo».