Litiga con i genitori perché gli impediscono di dimettersi dalla Asl. Poi, all'arrivo dei carabinieri si scaglia contro di loro e viene arrestato. P.F.B., frusinate, 41 anni, in servizio in un ruolo amministrativo nell'azienda sanitaria, ha avuto, l'altra notte, una accesa discussione con i genitori. Il motivo? Lui, dopo 18 anni di servizio, avrebbe voluto dimettersi dalla Asl e accusava i genitori di averglielo impedito. All'arrivo dei carabinieri ha spiegato, concitato, ai militari il perché fosse andato su tutte le furie. Insistendo sul fatto che l'averlo costretto ad andare al lavoro era un modo per controllarlo. Ma quando i carabinieri lo hanno invitato a calmarsi li ha aggrediti. P.F.B. è stato così arrestato.

Ieri mattina è comparso per l'udienza di convalida davanti al giudice Silvia Fonte-Basso. Il pm Samuel Amari ha chiesto la convalida e gli ha contestato i reati di resistenza e violenza a pubblico ufficiale. L'arrestato anche al giudice ha confermato la sua versione dei fatti, al che il suo difensore, l'avvocato Nicola Ottaviani, ha fatto leva sul fatto che il comportamento del dipendente Asl manifesta problemi di natura psico-sociale.

Sostenere che è un cosa negativa andare al lavoro e che quel tipo di lavoro lo porti a essere controllato dai genitori è segno di una situazione di forte disagio.
Fatto sta che il giovane, non nuovo a episodi in cui ha manifestato l'intenzione di voler abbandonare il lavoro, è stato rimesso in libertà non essendo stato ritenuto pericoloso. Concessi i termini a difesa, l'udienza è stata aggiornata al 18 gennaio 2022. La difesa, peraltro, ha anticipato l'intenzione di voler chiudere la questione con il rito abbreviato.