Si è sentita danneggiata dalla Asl e ha presentato la richiesta di costituzione di parte civile e chiamare in causa il responsabile civile Asl per il risarcimento.
Al centro dell'udienza lampo di ieri pomeriggio in Tribunale del processo per lo scandalo dei concorsi della Asl, la richiesta di una candidata esclusa dal concorso da 70 posti finito sotto la lente di ingrandimento degli investigatori insieme all'altro esame da 23 posti. La donna è assistita dall'avvocato Giulio Mastrobattista e ha presentato la richiesta in aula al collegio penale del Tribunale presieduto dal giudice Aldo Morgigni. In occasione della prova la ragazza si era lamentata per delle situazioni anomale che aveva notato durante il concorso.
Aveva visto qualcosa di strano e ha fatto notare tutto questo ai componenti della Commissione. Una volta usciti i risultati e quando ha visto che era stata esclusa per mezzo punto, aveva deciso di volerci vedere chiaro ma gli era stata negata la copia degli atti e la conseguenza era stata un ricorso al Tar. Nel corso della precedente udienza del 21 ottobre, erano state otto le richieste di costituzione di parte civile presentate in aula tra cui il Comune di Latina, le Asl di Latina, Frosinone e Viterbo, la Regione Lazio, l'Associazione Caponnetto, la Confconsumatori e infine anche un'altra candidata che aveva partecipato al concorso contestato finito sotto inchiesta. Sono rappresentati dagli avvocati Cinzia Mentullo, Valentino Vescio Di Martirano, Alessandro Benedetti, Carlo D'Amata, Alfredo Galasso, Giacomo Montecuollo e Giuseppe Di Nardo.
Sul banco degli imputati ci sono l'ex senatore del Pd Claudio Moscardelli e gli ex dirigenti della Asl Claudio Raionone e Mario Graziano, assistiti dagli avvocati Luca Giudetti, Leone Zeppieri, Stefano Mancini, Renato Archidiacono, Armando Sulpizi. Le indagini di Squadra Mobile e Guardia di Finanza avevano permesso di ricostruire gli aiuti ad alcuni candidati che sono poi riusciti a superare gli esami e come aveva sostenuto anche il gip Giuseppe Cario nel provvedimento restrittivo, il «patto corruttivo» serviva per aiutare dei candidati con i quali in alcuni casi sono state concordate in anticipo le domande relative all'esame orale del concorso. Agli atti dell'inchiesta sono finite anche le chat tra gli imputati e che per la pubblica accusa rappresentano un riscontro concreto.
Intanto per il 30 novembre è fissato il ricorso delle difese avverso il diniego di una misura cautelare meno afflittiva. Il 23 dicembre invece il processo riprende ed entrerà definitivamente nel vivo.