Nullità degli atti pieni di "omissis" ingiustificati, l'udienza slitta ancora. Il processo è quello aperto sugli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra. Anzi, sulle transazioni sospette in Vaticano che avrebbero portato direttamente gli inquirenti al "famoso" palazzo in Sloane Avenue 60, acquistato in due fasi a Londra dalla Segreteria di Stato vaticana e costato circa 350 milioni. Un'inchiesta che ha portato prima alla sospensione di alcune figure chiave, tra le quali anche Tommaso Di Ruzza, responsabile dell'organismo della Santa Sede per la lotta al riciclaggio.

Poi all'apertura del delicato processo in corso: dieci, in tutto gli imputati, tra i quali monsignor Angelo Becciu, insieme al personale ecclesiastico e laico della Segreteria di Stato vaticana. Gli avvocati dei dieci imputati avevano chiesto tra le altre cose di visionare i video degli interrogatori di monsignor Alberto Perlasca (testimone principale), evidenziando vizi procedurali.
E di annullare il processo. Nella scorsa udienza il presidente del tribunale vaticano Giuseppe Pignatone aveva deliberato la parziale restituzione degli atti al promotore di giustizia limitatamente ad alcuni imputati.

Tra questi anche all'aquinate limitatamente al capo d'imputazione "c", ovvero all'ipotesi di peculato: come se per la stessa ipotesi, il processo ripartisse da zero. Ma nell'udienza di ieri in Vaticano si è nuovamente bloccato tutto. Dopo due ore e mezza di contestazioni il presidente Pignatone ha deciso di rinviare tutto al prossimo primo dicembre. Non sono mancati momenti forti in cui, addirittura, si è parlato del Papa in qualità di testimone: una circostanza anomala. Ma subito smentita in aula dal procuratore Diddi. Mancherebbero comunque parti importanti come le videoregistrazioni e gli interrogatori richiesti nella scorsa udienza, hanno sottolineato gli avvocati. Per questi motivi ma anche per «l'esiguità del tempo a nostra disposizione per analizzare gli atti che chiediamo la irrimediabile nullità del processo» hanno puntualizzato le difese, tra le quali gli avvocati Roberto Borgogno, Ester Molinaro, Fabio Viglione.