Aveva già parlato in aula, durante il processo a carico del suo aggressore sottolineando di essere stato «aggredito con una violenza inaudita». Ieri Mario Capogrossi lo ha ribadito ai microfoni di "I Fatti vostri" su Rai 2, descrivendo la rapina che lo ha fatto finire a lungo in coma. Oggi, ancora in fase di riabilitazione, riesce finalmente a parlarne. L'imprenditore, come ripercorso anche ieri alla presenza della figlia e della moglie avrebbe raggiunto, a fine novembre del 2020, l'abitazione in campagna in via Tore, dove aveva accettato di ospitare un giovane nigeriano senza fissa dimora che aveva fatto per lui qualche lavoretto.

Lo aveva conosciuto fuori dal negozio della figlia dove chiedeva l'elemosina e, provando compassione, gli aveva offerto un tetto seppur specificando per poco tempo e una quarantina di euro al giorno per dei lavoretti, oltre ai pasti. Quel giorno, vedendolo ancora lì, Mario gli avrebbe intimato di voler chiamare i carabinieri: questo il detonatore che ha fatto scattare la brutale aggressione.

«Mi si è avventato contro come una belva e non ho capito più nulla» racconta la vittima ai microfoni Rai.
A trovare a terra, alcune ore dopo, l'imprenditore era stato poi il figlio: non vedendolo rientrare per cena, aveva deciso di cercarlo. Raggiunta la sua abitazione, aveva però trovato il cancello chiuso e, non avendo ricevuto risposte dal padre, era entrato usando la vettura come ariete da sfondamento. Forte la commozione tra i presenti. Il caso, hanno detto durante la trasmissione, è studiato anche in America. Il processo a carico del nigeriano è in corso a Cassino.