Ieri doveva essere il giorno dedicato alla presentazione ufficiale di Grecale, nello stabilimento Fca di Piedimonte San Germano. E invece la produzione in serie del suv della Maserati dovrebbe partire solo dopo il primo trimestre del 2022. Il condizionale è d'obbligo perché gli stop sono continui, a causa della mancanza dei semiconduttori. Una crisi che sta avendo ripercussioni importanti sull'indotto. Per questo oggi e domani gli operai delle fabbriche "satellite" di Fca protesteranno insieme ai lavoratori del sito pedemontano dinanzi ai cancelli dello stabilimento Fca Cassino Plant.

Il sit-in è stato indetto dal sindacato di base FlmU-Cub, ma anche i confederali non nascondono la preoccupazione per quel che sta accadendo in fabbrica e, più in generale, nel gruppo Stellantis. Spiega il segretario della Fim-Cisl Ferdinando Uliano: «Siamo impegnati a evitare che la transizione verso il motore elettrico si trasformi in un costo sociale enorme. Si stima che solo per il cambio delle motorizzazioni nel nostro Paese determini un rischio licenziamento per oltre 60.000 lavoratori del settore.

Il tavolo automotive presso il ministero dello Sviluppo economico deve mettere in campo risorse per sostenere iniziative industriali per la riconversione del settore ed interventi di formazione per creare le nuove competenze professionali. Con Stellantis è aperto un confronto, che coinvolge anche il Governo, per mettere in sicurezza l'occupazione, quindi le produzioni, gli stabilimenti, la ricerca e sviluppo e gli enti centrali di servizio. Abbiamo fatto un accordo per Melfi, per il Polo di Torino, il nostro obiettivo è proseguire per tutte le realtà Stellantis del nostro Paese». Le partite importanti, adesso, si giocano in un fazzoletto di alcune decine di chilometri, tra il Lazio e la Campania: negli stabilimenti di Cassino e Pomigliano.