Cancelli chiusi anche oggi. Gli operai dello stabilimento Fca Cassino Plant resteranno a casa ancora un giorno dopo lo stop di ieri. Il motivo? Non sono arrivati neppure ieri i semiconduttori. Si tornerà in fabbrica solo domani, sempre che in giornata arriveranno i materiali. Altrimenti non si esclude che la produzione possa restare ferma anche mercoledì.
Sono quasi 80 i giorni di stop da inizio anno ad oggi. Inoltre, visto il calo produttivo della Sevel, il terzo turno all'unità sottogruppi allo stabilimento Stellantis di Cassino, viene sospeso per tre giorni in attesa di valutare se mantenerlo o sopprimerlo del tutto.
Soluzione strutturale
Una situazione difficile che fa salire l'allerta nuovamente non solo a livello sindacale, ma anche politico.
Il consigliere regionale della Lega Pasquale Ciacciarelli argomenta: «Tra crisi di vendite e penuria di microchip, si ferma ancora la produzione nello stabilimento di Cassino Plant, in cui i giorni di cassa integrazione salariale sono giunti a 76 da gennaio 2021. Il problema di Fca va affrontato strutturalmente, non convocando gruppi di lavoro, come ha sempre fatto il Partito Democratico, come si evince, ad esempio, dalla proposta di deliberazione numero 15031 del 5 maggio scorso che non serve a niente, se non a dilatare i tempi, e quindi invece di semplificare le cose le complica.
Sarebbe più utile, invece - insiste il consigliere regionale della Lega Pasquale Ciacciarelli - convocare direttamente i vertici dell'azienda automobilistica per capire il piano industriale che intendono mettere in atto a Cassino Plant, il mantenimento dei livelli occupazionali, gli investimenti che, nel caso, volessero fare in provincia di Frosinone, e in generale sul territorio della Regione Lazio. Questa è la strategia da adottare e non quella dell'immobilismo o dei tavoli di lavoro che non producono nulla, se non mucchi di carta inutile! Non bisogna più perdere tempo».
Si naviga a vista
Novembre doveva essere il mese della presentazione del suv Maserati -la prossima settimana era in programma il D-Day di Grecale, slittato ora al 2022 - invece si sta dimostrando uno dei mesi più difficili da affrontare per il sito pedemontano, anche a causa della forte flessione delle vendite di Alfa Romeo. Per quel che riguarda il Biscione si fa sentire l'uscita di scena di Giulietta e le vendite di Giulia sono ormai al minimo.
L'unica auto del marchio italiano a trainare le vendite resta Stelvio. Il suv di segmento D della casa italiana, infatti, ha registrato un mese di ottobre con un totale di 629 unità vendute ed un calo del -26% rispetto ai risultati raccolti nell'ottobre dello scorso anno. Circa l'83% delle vendite complessive del marchio italiano sono legate a Stelvio. Tale percentuale scende al 70% se consideriamo tutto il 2021, periodo nel quale il suv ha totalizzato 6.545 unità vendute con una crescita del +2% rispetto ai dati raccolti lo scorso anno. Giulia e le ultime unità di Giulietta completano il quadro delle vendite del marchio italiano con meno di 3.000 unità vendute complessivamente nel 2021.