Gli incontri, anche molto ravvicinati, con gli orsi marsicani si moltiplicano e l'allarme tra i residenti cresce. Così anche la politica si mobilita. O almeno prova a farlo. Gli ultimi episodi avvenuti nei paesi del versante laziale del Parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise ripropongono la necessità di affrontare rapidamente il problema. L'obiettivo è obbligato: una soluzione che consenta alla popolazione di convivere serenamente con gli orsi. Il che sta diventando complicato da quando, sempre più frequentemente, gli animali raggiungono i centri abitati. È accaduto a San Donato Val di Comino con un esemplare fotografato nella fontana della villa comunale, ad Alvito dove un giovane per evitare l'impatto con un orso si è ribaltato con l'auto alle porte del paese e dove un'azienda agricola ha denunciato di aver subìto danni dalla visita del plantigrado che ha distrutto un pollaio e messo in fuga diverse caprette.
E poi pecore sbranate a Settefrati e il pauroso faccia a faccia di Pescosolido, dove marito e moglie si sono ritrovati un orso sul terrazzo, con l'uomo rimasto ferito per sfuggire a una zampata. Il consigliere comunale Alessio Apruzzese è preoccupato. Raccoglie i timori dei residenti e propone un'adunata generale. «Il mio pensiero va innanzitutto alle persone coinvolte, agli allevatori e alle tante aziende agricole che operano nel versante laziale del Parco. A loro va tutta la mia solidarietà e vicinanza - dice Apruzzese -. L'orso che si avvicina ai centri abitati non può diventare un'abitudine, metterebbe seriamente a rischio la sicurezza della popolazione. Un orso che si aggira ripetutamente per i centri storici e magari sale sui balconi, come è accaduto a Pescosolido, non è una buona notizia. Più volte ho portato all'attenzione di tutti l'importanza della pratica della semina di terreni nell'habitat naturale dell'orso.
L'importanza delle greggi di pecore sui pascoli montani e dell'alimentazione con posizionamenti casuali in zona di alta montagna attraverso l'utilizzo ed il lavoro di cooperative di giovani che vivono nei nostri paesi».
Da qui la sua richiesta di «un incontro politico a tutti i livelli, vero e serio, che punti alla risoluzione della problematica. Noi amministratori siamo i rappresentanti del popolo e abbiamo il dovere di affrontare la questione con l'ausilio di associazioni ed esperti del settore. Ma facciamo presto».