La quarta ondata è, ormai, conclamata. A dirlo sono i numeri dei nuovi positivi, ma soprattutto a certificarlo è anche l'assessore alla sanità Alessio D'Amato che ieri, commentando i numeri del Lazio, ha detto che in questa settimana si attende «una curva in ascesa».
Considerazioni che sono la logica conseguenza dei numeri di ieri: nel Lazio su 13.784 tamponi molecolari e 19.751 antigenici per un totale di 33.535, si sono registrati 697 nuovi casi (-110), 2 i decessi (-3), 482 i ricoverati (+2), 59 le terapie intensive (dato invariato rispetto al precedente) e +361 i guariti. Il rapporto tra positivi e tamponi è al 2%.

I casi a Roma città sono stati 286, mentre nelle province sono stati 235. Anche nel bollettino diffuso ieri dalla Asl di Frosinone i numeri sono stati alti. Su 1.013 tamponi effettuati i contagiati entrati a referto sono stati 68; 22 i negativizzati, mentre i ricoverati sono 14.
Nessun decesso è stato registrato. La mappa della distribuzione giornaliera dei nuovi casi vede l'incidenza maggiore a Cassino con 11 nuovi positivi; a seguire Anagni e Sora con 8, Frosinone con 6, Alatri e Ferentino con 5, Fiuggi e Paliano con 4, Piglio con 3, Serrone con 2 e, infine, Ausonia, Boville Ernica, Castro dei Volsci, Fumone, Pescosolido Piedimonte San Germano, San Vittore del Lazio, Sant'Elia Fiumerapido, Supino, Torrice, Vallecorsa e Vico nel Lazio con 1.
Scuola Da questa mattina cambiano le regole anti-Covid a scuola, a partire dal fatto che la quarantena scatterà in automatico solo con tre casi in una classe.

Il ministero dell'Istruzione ha inviato alle scuole il nuovo protocollo per la gestione dei positivi a scuola corredato da una circolare con le spiegazioni tecniche per i presidi. In presenza di un caso positivo, i compagni di classe faranno un test immediato e se il risultato sarà negativo potranno rientrare subito a scuola. Dovranno fare un secondo tampone dopo cinque giorni. Con due positivi in classe i vaccinati o negativizzati negli ultimi sei mesi faranno la sorveglianza con testing, i non vaccinati, invece, la quarantena. Con tre positivi andrà in quarantena tutta la classe. Ad ogni modo la nota precisa che sono comunque presi in considerazione i contatti intervenuti nelle 48 ore prima dell'insorgenza dei sintomi del caso oppure nelle 48 ore antecedenti la data dell'esecuzione del test risultato positivo (se il caso è asintomatico).

Pertanto, con riferimento a questi soggetti, definiti "contatti scolastici" fino all'intervento dell'autorità sanitaria, il dirigente scolastico (o suo delegato) è autorizzato a sospendere temporaneamente le attività didattiche in presenza e trasmette loro le disposizioni standardizzate, preventivamente predisposte dalle autorità sanitarie, contenenti le indicazioni da seguire.
Regole diverse per i servizi dell'infanzia: per i più piccoli è previsto un test immediato, una quarantena di dieci giorni, al termine dalla quale dovranno effettuare un ulteriore test di uscita. Per gli insegnanti la valutazione è in carico alle autorità sanitarie e dipende dal tempo di permanenza nella stanza e dal contatto diretto con il caso positivo. Nel rendere noto il documento il Ministero ha sottolineato che esso è finalizzato sia a rendere il più possibile omogenee a livello nazionale le misure di prevenzione attuate in ambito scolastico sia a favorire la didattica in presenza.

La logica che sta alla base del documento è quella di semplificare sia i meccanismi di controllo sia le procedure per le quarantene, definendo alcuni automatismi che non lascino spazio a decisioni discrezionali. I problemi, però, non mancano, a partire dalle proteste delle organizzazioni sindacali che lamentano il loro mancato coinvolgimento fino ai rischi legati al trattamento dei dati che potrebbe provocare un intervento del Garante per la Privacy. La nuova circolare congiunta dei ministeri dell'Istruzione e della Salute, infatti, «non ancora declinata dall'Ufficio scolastico regionale», sottolinea a "Il Messaggero'' Cristina Costarelli, a capo dell'Associazione dei presidi del Lazio «sta generando non poca confusione e molti malumori tra i dirigenti delle scuole, istituti comprensivi in primis».

Il motivo? Lo spiega la Costarelli: «Finora la gestione dei casi anche dei sospetti è stata appannaggio delle Asl che vengono allertate dagli istituti ogni qual volta se ne presenti la necessità. Nell'ultima circolare invece si ipotizza l'impossibilità dell'Asl per un tempo o un motivo non specificato chiamando i presidi a sopperire a questa assenza» sulla gestione dei casi, i rapporti con le famiglie, il conteggio dell'esito dei tamponi. Un punto controverso che sta facendo discutere.