Un anno fa veniva nominata direttore generale della Asl di Frosinone. Il 4 novembre 2020. La Ciociaria era travolta dalla piena della seconda ondata. Un esordio da battesimo di fuoco. Ricorda Pierpaola D'Alessandro: «In quella settimana ci furono 2.126 contagi e 9 decessi per Covid. Il 20% dei tamponi risultava positivo. E avevo appena tre giorni di tempo per inviare alla Regione Lazio la riorganizzazione di una rete ospedaliera che non poteva reggere quell'urto per come era strutturata». Dodici mesi senza un attimo di tregua: la seconda ondata, la campagna di vaccinazione, la terza ondata, la zona rossa, la stagione degli hub, la quarta ondata e ora una situazione che non può essere sottovalutata. Anche se l'effetto della profilassi si fa sentire.

L'appello ai sindaci
Appena insediata come manager, Pierpaola D'Alessandro decide di rivolgersi ai sindaci con una lettera. Scrivendo: «Non abbiamo tempo, noi dobbiamo riorganizzarci ogni giorno per accogliere pazienti: siate la nostra forza, aiutateci a fare meglio, costruite insieme a noi una nuova responsabilità individuale e collettiva. Nelle case, negli uffici, nelle piazze, il virus si deve bloccare». A novembre dello scorso anno il massimo storico di contagi: 6.169. E ben 100 decessi. Per mesi la pressione sulla rete ospedaliera è stata fortissima, si è arrivati fino a 450 persone ricoverate. E migliaia in isolamento domiciliare. In ogni caso il 7 novembre (allo scadere del terzo giorno) Pierpaola D'Alessandro consegna il nuovo piano di riorganizzazione della rete ospedaliera alla Regione Lazio.

Rileva: «Il piano fu consegnato il 7 novembre, ancora non c'erano il direttore sanitario e quello amministrativo. Una vera scommessa. Cassino diventa Covid hospital. Fino a quel momento c'era solo Frosinone. Mentre Alatri e Sora vengono individuati come ospedali no Covid, per tutto il resto. Vengono definiti nuovi percorsi per le ambulanze e per il 118. Vengono spostati interi reparti. Soltanto in questo modo si può continuare ad operare in percorsi "puliti"». Continua la D'Alessandro: «Le prime azioni furono l'attivazione di nuovi posti letto in terapia intensiva, l'acquisto di 700 caschi monouso per permettere l'ossigenazione. Ad alcuni sembrò una spesa esagerata. Servirono tutti e non solo. E c'era una gravissima carenza di anestesisti».

I vaccini sotto l'albero
Argomenta Pierpaola D'Alessandro: «Natale e Capodanno passati a lavorare. Sempre presente con tutti gli altri professionisti. Facevamo continui appelli ad una cittadinanza che ancora non sembrava rendersi conto della gravità della situazione. Ricordo a Natale quando aumentavano i contagi per i pranzi di famiglia. Intere famiglie ricoverate. A dicembre però arriva la direttrice sanitaria e si parte con i vaccini ai sanitari. Le performance sono subito buone, lo sprint iniziale è impressionante. Si capisce immediatamente che avremmo fatto bene».

Le zone rosse
Poi D'Alessandro rileva: «Oggi, a distanza di un anno, possiamo dire che la rete sanitaria ha retto l'urto: la seconda, la terza e la quarta ondata. Quella fu la migliore scelta possibile». Poi aggiunge: «A dicembre e gennaio uno tsunami vero: intere famiglie contagiate. Sempre coordinati dal Prefetto, sempre un lavoro di squadra con tutte le forze dell'ordine. Fino a quella notte del 23 febbraio 2021 in cui si decise che bisognava proporre all'assessore regionale Alessio D'Amato la zona rossa a Torrice. Unica in una regione interamente gialla. Nessuna esitazione per il bene di tutti. Voglio dire una cosa: il Prefetto Ignazio Portelli è sempre stato al nostro fianco a sostenere l'azione sanitaria, a guidare senza indugio la macchina dello Stato, per anticipare e per limitare il contagio.

E poi un'altra zona rossa, a Monte San Giovanni Campano. Sempre tutti insieme, coordinati. Era difficile far capire alla gente che si trattava di provvedimenti presi per il bene di tutti. Poi però, man mano che la situazione migliorava, cresceva la fiducia nelle istituzioni. E in particolare nei confronti della Asl. Intanto la squadra è al completo. Arriva anche la direttrice amministrativa. Oggi possiamo dirlo: l'azione di cui aveva bisogno la Asl era da piano di guerra. In quel momento lì però è scattata la scintilla del gioco di squadra, della collaborazione. Insieme ai medici di famiglia e ai pediatri comincia la stagione della vaccinazione a tappeto. E con orgoglio va detto che siamo stati primi, fra tutte le province, per lunghi tratti nella campagna di vaccinazione. A marzo già al top. Con una campagna vaccinale programmata con scrupolo per una copertura territoriale che avesse un senso concreto. L'offerta è stata pensata con i soli obiettivi di copertura della cittadinanza, in ogni punto pubblico e privato accreditato che potesse soddisfare solo necessità sanitarie della comunità».

La stagione degli hub
Dice Pierpaola D'Alessandro: «Apriamo il primo hub industriale a Torrice, quella che fu la prima zona rossa. In un'ottima intesa con il presidente Maurizio Stirpe si realizza un hub "performante" che è stato in grado di somministrare 70.000 vaccini».
Non solo virus
Spiega la manager della Asl: «Ma in questo anno di numeri straordinari, senza sosta per tutti, non c'è stato soltanto il Covid. La sfida più grande è stata quella di creare un cambiamento organizzativo reale e profondo per rinnovare la sanità provinciale. Con la Direzione al completo, ognuno con il suo compito, con i professionisti, quelli che hanno scelto di fare squadra (non tutti per la verità), i risultati sono sempre arrivati puntuali. Quando mi sono insediata come manager alla Asl mancavano gli amministrativi, gli operatori socio sanitari, gli infermieri. Insomma, un anno con un occhio vigile sul Covid e l'altro attento al cambiamento dell'Azienda. Sono arrivati 500 infermieri, 100 operatori socio sanitari e finalmente, come mai era accaduto, anche 50 nuovi amministrativi.

Poi 2 avvocati: una grande novità per un'Azienda alle prese con un contenzioso legale fra i più alti d'Italia. Ma adesso abbiamo anche dirigenti amministrativi esperti e una nuova consulenza per fare un progetto di innovazione forte sul versante informatico. Un settore, quello informatico, fondamentale per essere al passo con i tempi e per programmare il futuro. C'è il nuovo capo del personale, un altro ramo d'azienda bisognoso di attenzione. Abbiamo pure un nuovo "middle management" sugli affari generali e sugli acquisti. Poi la partenza dei cantieri fisici e digitali. È arrivato anche un esperto dirigente nel settore della telemedicina, il dottor Pillon. È in questo modo che, nonostante i diversi tsunami, si porta nei reparti la telemedicina, con circa 2.000 elettrocardiogrammi eseguiti a distanza. Faccio un esempio che rende l'idea: i pazienti che risiedono nei Comuni della Valcomino, senza spostarsi, hanno fatto l'esame visitati a distanza dal medico di Sora.

Quindi, le Case della salute hanno ricevuto nuove strumentazioni più digitali e performanti. Abbiamo fatto acquisti per circa 30 milioni. Abbiamo rinnovato tutta l'Alta tecnologia di Tac, Rsm negli ospedali. Ma, oltre ai macchinari, abbiamo pure rinnovato gli ambienti per introdurre il concetto che anche il decoro, lo spazio e l'accoglienza fanno parte della cura. Abbiamo riammodernato il polo oncologico di Sora. Ma soprattutto abbiamo dato risposte di qualità e meritocrazia nella scelta dei primari. Ben 11 primariati assegnati, basta con la logica dei facenti funzione. L'ultima sfida è stata quella di avviare un grande cantiere con tutti i dipendenti sul rischio per imparare a prevenirlo, per imparare ad avere attenzione e la giusta mentalità per riconoscere l'errore e saperlo prevenire. Gli ospedali devono essere sicuri e la sanità affidabile. Soprattutto largo a chi la sanità la ama e non la usa».

E per il futuro? Rileva Pierpaola D'Alessandro: «Un grande piano che riveda tutte le strutture. Una programmazione "rivoluzionaria". Ospedali dalle cure sicure e territorio rinnovato. Attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza ci aspettiamo un grande spirito di innovazione dei servizi». Nei mesi scorsi il Comune di Isola del Liri ha conferito la cittadinanza onoraria a Pierpaola D'Alessandro. E questo episodio dimostra quanto si sia integrata in un territorio che ormai sente "suo". Guai però a pensare di essere fuori dalla pandemia. Pierpaola D'Alessandro mantiene la guardia altissima. Nella lettera ai dipendenti della Asl, scritta il giorno dell'insediamento, la D'Alessandro rilevava: «Esempio e dolcezza, cura e forza, coerenza e determinazione. Coraggio, sarò sempre con voi in prima linea». Promessa mantenuta: è ancora in trincea.