Dall'esito della Tac eseguita durante l'autopsia si attendono elementi importanti per far luce sui quei drammatici istanti in cui Sandro Fiorelli ha premuto il grilletto del suo fucile da caccia. Le lesioni sul costato e sulla parte inferiore del braccio del ladro ucciso lunedì sera nella villetta di via Decime potrebbero infatti svelare la forza d'impatto e la direzione dei pallini, dunque la distanza da cui è stato sparato il colpo e l'angolazione.
La dinamica
Dettagli molto importanti per ricostruire con esattezza quanto accaduto e per chiarire la posizione del tabaccaio, ad oggi indagato per eccesso colposo in legittima difesa. Sin da subito Fiorelli ha spiegato di aver sparato nel momento in cui il ladro gli ha puntato la pistola contro. E le prime risultanze dell'esame autoptico avrebbero confermato la sua versione: nel momento in cui il trentottenne albanese Xheleshi Arber è stato raggiunto dalla rosa di pallini aveva il braccio sollevato, perpendicolare rispetto al corpo, proprio come se impugnasse l'arma con il braccio disteso in avanti. Un quadro che il medico legale Vincenzo Caruso, che su incarico del pubblico ministero della procura di Cassino Marina Marra ha eseguito giovedì l'autopsia sul corpo del ladro, vuole verificare anche con l'ausilio della Tac.
Le indagini
Intanto sul fronte delle indagini i carabinieri della compagnia di Sora, coordinati dal comando provinciale dell'Arma di Frosinone, non tralasciano alcuna pista per identificare i complici dell'albanese freddato dal tabaccaio il 25 ottobre scorso nella sua abitazione, alle porte del paese. L'identificazione della vittima, rimasta per alcune ore sconosciuta, ha impresso una svolta alle ricerche della banda, probabilmente costituita da un gruppo di malviventi di nazionalità albanese. I complici di Xheleshi Arber sarebbero stati almeno tre: due si sono introdotti insieme a lui nella casa dei Fiorelli mentre l'altro li aspettava fuori a bordo di un furgone di colore chiaro. Lo stesso furgone che il proprietario di casa dice di aver visto tornare davanti alla villetta poco dopo la tragedia, probabilmente per recuperare l'albanese rimasto ucciso, e poi allontanarsi di gran carriera.
Caccia alla banda
I parenti della vittima rintracciati dagli inquirenti, una cugina e uno zio che vivono in Trentino Alto Adige, hanno indirizzato le ricerche della banda nel Nord Italia.
Ma non è l'unica pista battuta dagli inquirenti. Si cerca anche nel Casertano, dove Xheleshi Arber viveva pur senza una residenza fissa. È proprio qui che si starebbe concentrando l'attività investigativa per dare un nome e un volto ai complici dell'albanese ucciso nel tragico tentativo di furto. Un speranza che accomuna l'intero paese, schierato con Fiorelli.