Altera cinque slot machine e si procura un ingiusto profitto, trattenendo indebitamente il denaro relativo alla percentuale sulle vincite da riversare all'Aams, Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato. Indagato dalla Procura di Roma, ufficio della Direzione distrettuale antimafia, un 36enne di Veroli, titolare di una sala giochi. L'accusa è di frode informatica.

La ricostruzione
Stando alle accuse il trentaseienne ha alterato il funzionamento del sistema informatico di cinque slot machine. Cinque telecomandi con cui azionava in remoto le macchinette.
Il modus operandi
Le slot sono state alterate attraverso telecomandi in prossimità della scheda madre. Dispositivi elettronici in grado di rendere ciascun apparecchio utilizzabile con seconde schede gioco. In tal modo, sempre stando alle accuse, il verolano, ha omesso la contabilizzazione delle vincite, procurandosi in tal modo un ingiusto profitto consistito nell somme relative alla percentuale sulle vincite da riversare all'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato. Il trentaseienne manometteva le coperture predisposte dal produttore e i collegamenti tra le schede gioco e gli apparecchi. Scoperto e indagato dalla Procura di Roma.