Due passaggi cruciali per chiarire come siano andate le cose lunedì sera nella villetta della famiglia Fiorelli. Sono l'autopsia sul corpo del giovane ladro rimasto ucciso e la perizia balistica per stabilire in che posizione si trovavano i due quando il tabaccaio ha sparato. Incrociando le risultanze di queste due indagini tecniche, il pm Marina Marra, che coordina l'inchiesta sulla tragedia di Santopadre, avrà elementi importanti per formulare in via definitiva l'accusa nei confronti di Sandro Fiorelli, ora indagato per eccesso colposo in legittima difesa.
L'autopsia
L'attesa si concentra perciò sull'autopsia, non ancora disposta ma data per imminente. Forse l'incarico al medico legale verrà affidato tra oggi e domani. Si tratta di accertare che tipo di ferita è stata causata dalla rosa di pallini del fucile sul costato del ladro rimasto a terra senza vita sul vialetto dell'abitazione di via Decime, in contrada Valle.
Servirà a stabilire se, come riferito dal tabaccaio durante il lungo interrogatorio la notte stessa della tragedia, i due erano l'uno di fronte all'altro. E anche se, come indicato dall'avvocato Sandro De Gasperis dopo la ricognizione esterna del cadavere, le lesioni da pallini presenti sulla parte inferiore del braccio sinistro attestano che il ladro aveva l'arto sollevato per impugnare la pistola. Su questo filo sottile si gioca la "partita giudiziaria" tra omicidio e legittima difesa.
Le indagini
Intanto le indagini condotte dalla compagnia dei carabinieri di Sora si concentrano sul ladro morto e sui suoi complici, almeno tre, due fuggiti dalla casa dei Fiorelli mentre l'altro li spettava su un furgone. Come ipotizzato fin da subito, la patente rinvenuta addosso alla vittima è risultata falsa. L'uomo a cui è intestata, il romeno Mariel Joaca-Bine di trentaquattro anni, vive in Svezia e non c'entra nulla con la tragedia di Santopadre (vedi articolo a pagina 23).
La banda
Gli inquirenti stanno scandagliando gli archivi nel tentativo di acquisire elementi utili per smascherare la banda. Perché di questo si tratta: una banda ben organizzata, probabilmente composta da cittadini romeni o albanesi, forse la stessa che negli ultimi giorni ha messo a segno diversi furti nell'area del Sorano. Il ladro morto aveva con sé un walkie-talkie forse utilizzato per restare in contatto con il "palo" a bordo del furgone.
Furgone di colore chiaro che Sandro Fiorelli ha visto avvicinarsi a casa sua pochi minuti dopo aver esploso il colpo di fucile. Con ogni probabilità i complici erano tornati per verificare che fine avesse fatto il loro amico, ma visto il trambusto e i vicini che accorrevano hanno rinunciato e si sono allontanati a grande velocità. Gli inquirenti non tralasciano alcuna pista, nemmeno quella che la banda di malviventi sia giunta in Ciociaria da uno dei campi rom del Casertano. Le indagini non potranno contare sulle immagini riprese dalle telecamere installate in casa dalla famiglia Fiorelli pochi giorni fa: si tratta infatti di un sistema senza scheda di memoria e che offre soltanto immagini in diretta visionabili dal telefonino. E neppure nelle vicinanze sono state individuate delle telecamere attive.
Tutti col tabaccaio
In paese le espressioni di solidarietà verso Fiorelli si moltiplicano, dai messaggi di vicinanza via social agli striscioni. Ieri mattina ne sono comparsi tre, sulla serranda del negozio di famiglia, vicino alla casa di via Decime, e alla villa comunale: "Siamo tutti Sandro Fiorelli", "Io sto col tabaccaio", "La difesa è sempre legittima". Il sindaco Giampiero Forte si è consultato con i Fiorelli, con l'avvocato De Gasperis e con i carabinieri e li ha fatti rimuovere. «Una decisione presa d'accordo anche con i ragazzi che li hanno affissi - spiega il sindaco - per non spettacolarizzare la vicenda e tenere un profilo basso. Gli inquirenti devono poter lavorare senza pressioni». Qualcuno avrebbe voluto organizzare una marcia silenziosa o una fiaccolata, ma la famiglia Fiorelli ha chiesto di soprassedere.