Il giorno dopo il fattaccio il paese è ancora stordito. Tenta di rialzarsi come un pugile finito ko. Quel colpo di fucile è stato un pugno allo stomaco per tutti, un micidiale shock che in un posto così nessuno si aspettava. Un paese tutto sommato tranquillo, nonostante il timore dei furti rinvigorito dalle razzie compiute in zona dai ladri nelle ultime settimane.
In molti ne sono convinti: quella banda è la stessa che ha imperversato tra Sora, Broccostella e Arpino nei giorni scorsi. Poca gente in giro ieri mattina. E con poca voglia di parlare. Sono di più i giornalisti arrivati a Santopadre con le troupe al seguito per le dirette tv durate tutto il giorno. Un assedio mediatico. Quel colpo sparato lunedì sera in contrada Valle è subito divenuto un caso nazionale.
Qualcuno sfugge alle telecamere, altri accettano di parlare. Tra questi ultimi nessuno ha dubbi: stanno tutti con Sandro Fiorelli, giustificano la sua reazione alla vista del ladro dentro la sua proprietà: «Io avrei fatto la stessa cosa, per non farmi ammazzare» è il concetto più ricorrente. Il padre del tabaccaio è molto provato da quanto accaduto alla sua famiglia. Non riesce a trattenere le lacrime e alle telecamere di Teleuniverso dice: «Noi non abbiamo mai fatto male a nessuno, mai. Abbiamo subìto già un furto alla tabaccheria. Non ci possiamo fare niente. C'è troppa delinquenza. Staremo a vedere».
Dalle sue parole traspare la disperazione per il drammatico momento, ma anche fiducia nelle indagini e negli sviluppi giudiziari. C'è chi insiste sul clima di paura generato dagli ultimi furti nelle abitazioni. «La gente non ce la fa più, questa è una cosa insopportabile sbotta un signore Io sinceramente non vorrei trovarmi in quei panni. Purtroppo stavolta è andata così». Da parte sua il comandante della compagnia dei carabinieri di Sora, il capitano Domenico Cavallo, smorza gli allarmismi: in questo momento non c'è un'emergenza furti, anche se è chiaro che un episodio del genere amplifica la percezione del pericolo. Eppure la sensazione generale è quella di essere sotto l'attacco dei ladri. Forse di un'unica banda molto agguerrita. Prima a Sora e a Broccostella, poi sempre l'altro ieri ad Arpino.
Lunedì sera, prima che si consumasse la tragedia nella villetta dei Fiorelli, in contrada Vignepiane, ad Arpino, i malviventi sono penetrati in un'abitazione indipendente da dove hanno portato via tutto ciò che hanno trovato; hanno perfino smurato la cassaforte che però era vuota. Al rientro a casa, il figlio dei proprietari ha trovato tutto a soqquadro e ha dato l'allarme. Il sindaco di Santopadre Giampiero Forte ha trascorso la mattinata a parlare con i suoi concittadini nel giorno di mercato: «Il clima è tranquillo assicura c'è solo tanta voglia che si chiuda questo brutto capitolo. Come amministrazione faremo tutto il possibile per aumentare il livello di sicurezza in collaborazione con le forze dell'ordine».
Non mancano le reazioni sul piano politico locale e nazionale.
Il senatore di FdI Massimo Ruspandini taglia corto: «Umana pietà per la vittima, ma noi pensiamo che sia un gesto di legittima difesa e speriamo che la giustizia prevalga». E in un post la leader del suo partito, Giorgia Meloni, conferma la linea: «Lo ribadirò all'infinito, la difesa è sempre legittima. Solidarietà a chiunque sia costretto a difendersi da ladri e delinquenti nella propria abitazione».
La notte più lunga della sua vita Sandro Fiorelli l'ha trascorsa a parlare. Al pubblico ministero della procura di Cassino Marina Marra ha raccontato per filo e per segno quello che è accaduto lunedì sera nella sua villetta di via Decime, in contrada Valle. Un interrogatorio lungo e dettagliato nel quale il tabaccaio ha ribadito la versione fornita alle forze dell'or dine subito dopo la tragedia: il ladro gli ha puntano la pistola contro e lui ha sparato col suo fucile per legittima difesa.
L'imputazione
Fiorelli deve essere stato convincente, visto che ieri l'imputazione a suo carico è stata derubricata da quella di omicidio a eccesso colposo in legittima difesa. Pertanto l'esercente resta a piede libero senza alcun provvedimento restrittivo. Ieri mattina i carabinieri sono tornati nella casa dei Fiorelli per un sopralluogo più dettagliato, stavolta con il favore della luce del giorno.
In particolare per ricostruire la via di fuga utilizzata da due dei tre ladri autori del blitz culminato con la morte di un trentaquattrenne romeno. Fuga che sarebbe avvenuta attraverso un passaggio laterale rispetto all'abitazione.
La ricostruzione
All'indomani della tragedia, la ricostruzione di quanto accaduto si fa più precisa. Il riserbo degli inquirenti resta stretto, anche per non scoprire le carte in loro possesso utili alla cattura dei due banditi fuggiti.
Le ricerche di questi ultimi proseguono senza sosta, anche se fino alla tarda serata di ieri senza esito.
Pare ormai assodato che i ladri fossero in tre. All'esterno della villetta è stata notata un'auto sospetta, probabilmente con uno o più complici a bordo. La stessa vettura che è tornata più tardi davanti alla casa, forse nel tentativo di recuperare gli autori del colpo e la refurtiva, allontanandosi poi rapidamente. Stando a quanto riferito da Fiorelli, intorno alle 19.15 l'uomo è rientrato a casa con suo figlio. Lui si è diretto in cantina mentre il figlio è entrato in casa. Il giovane ha sentito dei rumori e ha capito che dentro c'era qualcuno. Ha chiamato il padre. Sandro Fiorelli ha liberato uno dei tre fucili da caccia detenuti regolarmente e percorrendo il vialetto è salito al piano terra dell'abitazione dove ha incrociato il ladro.
Due colpi
Il tabaccaio dice di aver sparato prima un colpo in aria come avvertimento e che a quel punto il giovane romeno si è girato impugnando una pistola e puntandogliela contro. Solo in quel momento ha sparato ad altezza d'uomo. I pallini della cartuccia hanno colpito il ladro al costato destro, poco sotto l'ascella. Il colpo sarebbe stato esploso frontalmente. Proprio l'indagine balistica sarà importante per determinare l'intenzione di Fiorelli quando ha premuto il grilletto. L'avvocato Sandro De Gasperis, difensore di fiducia del tabaccaio, punta anche su questo aspetto per scagionare il suo assistito: «L'ispezione cadaverica sulla salma del giovane romeno ha individuato la rosa di pallini nella zona sottoascellare destra spiega l'avvocato e pure la parte sottostante dell'avambraccio mostra segni di bruciatura da pallini. È la prova che quando è partito il colpo di fucile il ladro aveva il braccio sollevato e teso, con la pistola spianata contro Fiorelli. Insomma, il mio assistito ha percepito un immediato pericolo di vita e si è difeso». Legittima difesa, dunque: questa la linea difensiva.
Le immagini
A ricostruire quegli attimi concitati potrebbero risultare utili le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza. Fiorelli ne aveva fatte installare tre pochi giorni fa, come per un drammatico presagio.
Tuttavia non sono dotate della scheda di memoria, quindi le immagini non vengono registrate ma sono visibili unicamente in tempo reale attraverso il telefonino. Non si dispera però di poterle recuperare ugualmente. I tecnici proveranno a verificare se siano ancora presenti in un cloud, ovvero uno spazio di archiviazione centralizzato.
Giallo sull'identità
Intanto sul giovane romeno morto non si hanno certezze. Il nome, il luogo e la data di nascita della patente che portava con sé potrebbero essere falsi.
Potrebbe dunque non trattarsi del trentaquattrenne Mirel Joaca-Bine, nato a Brazov. Di sicuro, invece, c'è che la pistola che ha puntato contro Fiorelli è una scacciacani. Ma questo il tabaccaio non poteva saperlo.
Peraltro il drammatico incontro tra i due è avvenuto col buio, in una zona esterna della casa poco illuminata.
Non poteva capire che non si trattava di una vera pistola. La salma del giovane romeno è stata portata all'obitorio dell'ospedale di Cassino in attesa che venga affidato l'incarico per eseguire l'autopsia, dalla quale si attendono ulteriori elementi per chiarire la dinamica dei fatti. Intanto continuano senza sosta le ricerche dei complici del ladro rimasto ucciso. Pochi dubbi sul fatto che si tratti di una banda di cittadini romeni. Carabinieri e polizia hanno intensificato i controlli su tutto il territorio.