La notte più lunga della sua vita Sandro Fiorelli l'ha trascorsa a parlare. Al pubblico ministero della procura di Cassino Marina Marra ha raccontato per filo e per segno quello che è accaduto lunedì sera nella sua villetta di via Decime, in contrada Valle. Un interrogatorio lungo e dettagliato nel quale il tabaccaio ha ribadito la versione fornita alle forze dell'or dine subito dopo la tragedia: il ladro gli ha puntano la pistola contro e lui ha sparato col suo fucile per legittima difesa.
L'imputazione
Fiorelli deve essere stato convincente, visto che ieri l'imputazione a suo carico è stata derubricata da quella di omicidio a eccesso colposo in legittima difesa. Pertanto l'esercente resta a piede libero senza alcun provvedimento restrittivo. Ieri mattina i carabinieri sono tornati nella casa dei Fiorelli per un sopralluogo più dettagliato, stavolta con il favore della luce del giorno.
In particolare per ricostruire la via di fuga utilizzata da due dei tre ladri autori del blitz culminato con la morte di un trentaquattrenne romeno. Fuga che sarebbe avvenuta attraverso un passaggio laterale rispetto all'abitazione.
La ricostruzione
All'indomani della tragedia, la ricostruzione di quanto accaduto si fa più precisa. Il riserbo degli inquirenti resta stretto, anche per non scoprire le carte in loro possesso utili alla cattura dei due banditi fuggiti.
Le ricerche di questi ultimi proseguono senza sosta, anche se fino alla tarda serata di ieri senza esito.
Pare ormai assodato che i ladri fossero in tre. All'esterno della villetta è stata notata un'auto sospetta, probabilmente con uno o più complici a bordo. La stessa vettura che è tornata più tardi davanti alla casa, forse nel tentativo di recuperare gli autori del colpo e la refurtiva, allontanandosi poi rapidamente. Stando a quanto riferito da Fiorelli, intorno alle 19.15 l'uomo è rientrato a casa con suo figlio. Lui si è diretto in cantina mentre il figlio è entrato in casa. Il giovane ha sentito dei rumori e ha capito che dentro c'era qualcuno. Ha chiamato il padre. Sandro Fiorelli ha liberato uno dei tre fucili da caccia detenuti regolarmente e percorrendo il vialetto è salito al piano terra dell'abitazione dove ha incrociato il ladro.
Due colpi
Il tabaccaio dice di aver sparato prima un colpo in aria come avvertimento e che a quel punto il giovane romeno si è girato impugnando una pistola e puntandogliela contro. Solo in quel momento ha sparato ad altezza d'uomo. I pallini della cartuccia hanno colpito il ladro al costato destro, poco sotto l'ascella. Il colpo sarebbe stato esploso frontalmente. Proprio l'indagine balistica sarà importante per determinare l'intenzione di Fiorelli quando ha premuto il grilletto. L'avvocato Sandro De Gasperis, difensore di fiducia del tabaccaio, punta anche su questo aspetto per scagionare il suo assistito: «L'ispezione cadaverica sulla salma del giovane romeno ha individuato la rosa di pallini nella zona sottoascellare destra spiega l'avvocato e pure la parte sottostante dell'avambraccio mostra segni di bruciatura da pallini. È la prova che quando è partito il colpo di fucile il ladro aveva il braccio sollevato e teso, con la pistola spianata contro Fiorelli. Insomma, il mio assistito ha percepito un immediato pericolo di vita e si è difeso». Legittima difesa, dunque: questa la linea difensiva.
Le immagini
A ricostruire quegli attimi concitati potrebbero risultare utili le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza. Fiorelli ne aveva fatte installare tre pochi giorni fa, come per un drammatico presagio.
Tuttavia non sono dotate della scheda di memoria, quindi le immagini non vengono registrate ma sono visibili unicamente in tempo reale attraverso il telefonino. Non si dispera però di poterle recuperare ugualmente. I tecnici proveranno a verificare se siano ancora presenti in un cloud, ovvero uno spazio di archiviazione centralizzato.
Giallo sull'identità
Intanto sul giovane romeno morto non si hanno certezze. Il nome, il luogo e la data di nascita della patente che portava con sé potrebbero essere falsi.
Potrebbe dunque non trattarsi del trentaquattrenne Mirel Joaca-Bine, nato a Brazov. Di sicuro, invece, c'è che la pistola che ha puntato contro Fiorelli è una scacciacani. Ma questo il tabaccaio non poteva saperlo.
Peraltro il drammatico incontro tra i due è avvenuto col buio, in una zona esterna della casa poco illuminata.
Non poteva capire che non si trattava di una vera pistola. La salma del giovane romeno è stata portata all'obitorio dell'ospedale di Cassino in attesa che venga affidato l'incarico per eseguire l'autopsia, dalla quale si attendono ulteriori elementi per chiarire la dinamica dei fatti. Intanto continuano senza sosta le ricerche dei complici del ladro rimasto ucciso. Pochi dubbi sul fatto che si tratti di una banda di cittadini romeni. Carabinieri e polizia hanno intensificato i controlli su tutto il territorio.