La sua avanzata, almeno in Italia, è partita quasi in sordine per poi emergere davanti all'aumento costante dei contagi. Così adesso anche da noi non si può più "snobbare" quella Variante Delta Plus che, come noto, sta spopolando nel Regno Unito. Stando ai dati della piattaforma Gisaid aggiornati al 21 ottobre, in Italia risultano 93 sequenze riconducibili alla sub-variante AY.4.2, vale a dire la mutazione legata alla variante Delta (ex indiana) del Sars-CoV-2.
Il 19 ottobre erano 86. Questo sotto-lignaggio della Delta è diventato un osservato speciale in Gran Bretagna dove sono state depositate, sempre il 21 ottobre, 15.201 sequenze di AY.4.2 che, tradotto in soldoni, sta a significare il 93,8% del totale di quelle registrate in Europa, che a loro volta pesano per il 99% sul totale del mondo.
A fare il punto della situazione è stato il nostro Istituto Superiore di Sanità: «Fra i vari sistemi di sorveglianza abbiamo anche il monitoraggio delle varianti - si legge in una nota -. Abbiamo visto come Sars-CoV-2 sta evolvendo. All'inizio siamo partiti con un virus totalmente nuovo che abbiamo censito e valutato, e poi progressivamente ci siamo dovuti confrontare con le sue varianti. Varianti competitive, che si sono sovrapposte e oggi caratterizzano il quadro epidemiologico.
Se a inizio anno avevamo la variante Alfa dominante, oggi siamo con la Delta e stiamo valutando possibili sottovarianti della stessa Delta. E' una situazione in continua evoluzione». Già, e sotto stretta sorveglianza al pari della variante madre. «La situazione è sotto controllo - hanno assicurato dall'Iss - Ma non possiamo dormire sonni tranquilli alla luce di quanto sta accadendo all'estero, dalla Gran Bretagna a Israele, dove pure il livello di immunizzazione era altissimo. Inquieta l'ombra della Delta Plus che appare più trasmissibile se connessa a una graduale diminuzione dell'efficacia dei vaccini».