La serata trascorsa con i Bianchi, poi la corsa in auto nei locali della movida, la fuga dei fratelli verso Artena e la serata che prosegue in un altro locale. È quanto hanno raccontato davanti alla Corte d'assise di Frosinone le ragazze sentite come testimoni nel processo per la morte del giovane cuoco di Paliano Willy Monteiro Duarte. Accusati di omicidio volontario con l'aggravante dei motivi abbietti e futili sono i quattro giovani di Artena, Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. Ieri Pincarelli ha rinunciato a comparire, mentre in aula c'erano la madre e la sorella di Willy. Un'udienza scivolata via in fretta, durata poco più di un'ora e mezza, nella quale sono stati affrontati i momenti prima dell'aggressione con particolare riferimento alle insistenti telefonate ai Bianchi di ritornare in piazza perché qualcuno stava litigando.
L'udienza si è aperta con la decisione della Corte, presieduta dal giudice Francesco Mancini, di acquisire l'attività integrativa d'indagine condotta dalla procura di Velletri. Stessa cosa per la trascrizione di alcune intercettazioni richieste dagli avvocati Vito Perugini e Loredana Mazzenga. Acquisite le sommarie informazioni di tre persone la cui deposizione non è stata ritenuta più necessaria. La teste Elena Anzà racconta alla Corte di essere andata con due amiche, Adriana e Benedetta, al 2 di picche e «lì dice abbiamo incontrato i Bianchi, Tondinelli e Pincarelli». Dopo aver consumato una bevanda, il gruppetto con i sei ragazzi si apparta vicino al cimitero di Colleferro. E lì «il telefonino squilla un paio di volte, due o tre». Alla fine sente Marco rispondere: «Si trattava di una lite, ma non ho capito molto - aggiunge -. Lui diceva "arriviamo", ma alla lite non ci credevano». All'altro capo del telefono erano gli amici dei Bianchi che, come riferito nella precedente udienza, erano rimasti in piazza e sollecitavano i fratelli.
Alla fine, l'Audi dei Bianchi ritorna in via Buozzi. Il pm Francesco Brando, ma anche il presidente della Corte sollecitano la teste, su quanto dichiarato ai carabinieri in sede d'indagine, sull'andatura dei fratelli. Alla fine la ragazza afferma: «Non sono scesi con tutta la calma del mondo e non erano tranquillissimi». La teste, però, nega di aver visto l'aggressione. Al momento di andar via ci sono i Bianchi, Tondinelli e Mario Pincarelli, secondo la nuova versione della ragazza. Al che il pm le ricorda che in sede di interrogatorio ha indicato Belleggia e non Pincarelli. «Com'erano quando sono andati via?», insite l'accusa. «Un po' agitati». Quindi, dopo altre contestazioni, aggiunge: «Abbiamo visto Willy a terra. Ci hanno detto che era vivo e stava bene. Ma stentavamo a dare una spiegazione». La difesa di Pincarelli, avvocato Loredana Mazzenga, chiede alla teste se ha visto Tondinelli passare il telefono a Marco Bianchi in auto al cimitero, ma lei non ricorda la scena. L'avvocato Vito Perugini, per la difesa Belleggia, chiede di un'altra telefonata, di 11 secondi, durante il tragitto dal cimitero. La risposta è un altro non ricordo. Ma la ragazza vede Willy, a terra, a pancia in su. La difesa dei Bianchi, avvocati Mario e Massimiliano Pica, insiste su dove le ragazze si sono incontrate con i loro assistiti.
A seguire viene sentita Adriana Tulli. Che dichiara di aver incontrato prima Mario e Francesco poi i fratelli Bianchi e Tondinelli.
«Marco lo avevo conosciuto un paio di mesi prima a Colleferro ricorda - Ci siamo messi a bere insieme e poi ci hanno chiesto di andare a fare un giro». Anche lei ricorda il «telefonino di uno di loro» che squillava al cimitero. Sul contenuto del colloquio, riferisce: «Degli amici li avevano chiamati che bisognava andare lì ad aiutarli: "venite che stiamo litigando"». "I Bianchi parlavano tra di loro?" Chiede il pm Brando.
«Inizialmente pensavano a una scusa. Li hanno chiamati più volte. Dopo un po' hanno detto andiamocene», ricorda. Un viaggio a velocità sostenuta, ammette la stessa. «Li ho visti correre verso la gente - prosegue il racconto -. Strillavano. Non li ho visti litigare, ma si capiva che era un litigio». Su cosa fosse accaduto, non c'è risposta dai Bianchi. Ancora la teste: «Ho provato a chiedere, ma non mi hanno risposto. Erano agitati, correvano e mi hanno detto "scendi, scendi, scendi"». Il pm dice: «Stavano scappando?». E la ragazza: «Sì. Penso di sì». Quindi aggiunge: «Ho visto un ragazzo per terra e gente intorno. Era cosciente? No. Io mi sono spaventata. Era grave. Poi siamo andate all'Audace (un altro locale, ndr)». Il pm continua: «Avete parlato tra di voi? L'avete collegato a quello che era successo?» Segue una risposta affermativa. L'avvocato Pica chiede quanta gente c'era sul marciapiede, lì dove Willy è caduto a terra: «Penso 15 persone».
Tra i testimoni anche Matteo Bucci, sentito solo dalle difese, che però andrà via prima dell'aggressione. Particolare importante perché qualcuno nelle precedenti udienze l'aveva indicato sul luogo. C'è poi la richiesta dell'avvocato Perugini di acquisire i carichi pendenti e il casellario giudiziario degli amici dei Bianchi, ascoltati nella scorsa udienza. La difesa dei Bianchi si oppone e la Corte si riserva. Finiti i testi dell'accusa, la prossima udienza sarà dedicata alle parti civili (avvocati Domenico Marzie Vincenzo Galassi per la famiglia, Vincenzo Pastorino, Maurizio Frasacco e Maurizio Ferrandino per i Comuni). Saranno ascoltati i genitori e la sorella di Willy, nonché il consulente medico dei Monteiro e un espero in arti marziali.