Inchiesta sui brogli elettorali a Piedimonte, si entra nel vivo del processo con l'inizio dell'escussione del commissario della Polizia di Stato Crescenzo Pittiglio che condusse le indagini. E che ieri in aula ha relazionato sulla genesi dell'inchiesta e sulle attività eseguite.

Ma solo in parte: il processo, iniziato in ritardo, è stato rinviato al 24 novembre per poter finire l'esame del pm Bulgarini Nomi e passare al controesame. Prima, richieste tecniche sull'ammissione di alcune intercettazioni.

L'inchiesta, lo ricordiamo, è quella aperta sulle schede elettorali "segnate" nella passata tornata amministrativa a Piedimonte: una vicenda nella quale sono stati coinvolti l'ex candidato a sindaco Ettore Urbano, il funzionario dell'ufficio elettorale Luigi Spiridigliozzi e due rappresentanti di lista, Antonio Cancanelli e Rocco Salvatore, che stando alle accuse avrebbero ne avrebbero alterate alcune: quadrati, triangoli e croci su circa 80 schede, si disse inizialmente.

Segnali criptici che, proprio secondo Urbano, avrebbero compromesso il risultato: il ricorso al Tar, poi al Consiglio di Stato (estinto). Da questo filone prende impulso l'attività investigativa del Commissariato, coordinato dalla procura. Gli avvocati Di Bona, Malafronte, Ranaldi, Cerrito, Troiano e Di Mascio sono pronti.