Fca Cassino Plant ancora non riaccende i motori: gli operai resteranno a casa anche oggi. I semiconduttori non sono arrivati neanche ieri, motivo per cui la direzione di Stellantis ha convocato le Rsa di stabilimento e ieri mattina ha comunicato che il sito produttivo Fca Cassino Plant resterà fermo anche oggi.
Dunque, due giorni di seguito di stop.

I cancelli del sito pedemontano hanno infatti chiuso i battenti martedì sera e riapriranno, nella migliore delle ipotesi, domani mattina. Salvo comunicazioni diverse che potrebbero arrivare in queste ore.

Per i sindacati c'è dunque poco da festeggiare, e insistono: «Non è possibile andare avanti alla giornata e non sapere oggi se domani si lavora, o meno.
Questa situazione è inaccettabile». Nel vertice di lunedì al ministero dello Sviluppo economico, lo ricordiamo, i vertici di Stellantis hanno dato buone notizie per il sito pedemontano: la crisi dei semiconduttori non comprometterà la partenza di Grecale.

Il suv della Maserati inizierà la produzione in pre-serie il 16 novembre per andare sul mercato, come previsto, agli inizi del 2022. Ma sui livelli occupazionali nessun dato concreto né un accenno all'elettrico. La Fiom-Cgil, la Fim Cisl e la Uilm su una cosa sono concordi: non si può continuare senza il supporto governativo, che dia una visione d'insieme e un appoggio importante.

La lettera di Flmu-Cub
Domani, giorno previsto per il rientro, scatta l'obbligo di green pass. La Flmu-Cub ha inviato ieri una lettera a Stellantis e a Unindustria di Frosinone in cui si fa presente che alla luce di quanto stabilito dal Governo in materia di obbligo della certificazione verde "green pass" si rende necessario che l'adempimento di legge avvenga nella più completa correttezza e salvaguardando sia la continuità della gestione del servizio, sia il reddito del lavoratore.

La Flmu-Cub ha chiesto quindi di predisporre un servizio di tamponi gratuiti, o il loro rimborso, per tutti i lavoratori al fine di garantire la continuità lavorativa e del servizio, così da evitare il possibile verificarsi della totale privazione della retribuzione di alcune lavoratrici e lavoratori.

«Tale conseguenza - spiegano i vertici del sindacato di base - è a nostro avviso discriminatoria, tanto più illegittima perché contraria alla normativa UE che raccomanda disposizioni non discriminatorie, lesiva del diritto al lavoro, principio cardine della nostra Costituzione e fondamento stesso della Repubblica italiana». «Riteniamo penalizzante il fatto che il costo del tampone possa gravare su lavoratrici e lavoratori» aggiungono.