Cassino non si tocca. Nel vertice di lunedì al ministero dello Sviluppo economico i vertici di Stellantis hanno dato buone notizie per il sito pedemontano: la crisi dei semiconduttori non comprometterà la partenza di Grecale. Il suv della Maserati inizierà la produzione in pre-serie il 16 novembre per andare sul mercato, come previsto, agli inizi del 2022.

A vedere il bicchiere mezzo pieno ci sarebbe da festeggiare: la produzione di un nuovo modello dovrebbe infatti mettere fine ai contratti di solidarietà e gli operai dovrebbero tornare in fabbrica a pieno regime. E, sempre volendo essere ottimisti, il brindisi dovrebbe essere doppio, visto e considerato che la crisi dei semiconduttori aveva fatto paventare un rinvio di Grecale al secondo trimestre del 2022.

Oggi un altro stop: le reazioni
A Cassino, però, i sindacati il bicchiere lo vedono piuttosto mezzo vuoto, soprattutto dopo che ieri mattina Stellantis ha comunicato che Fca Cassino Plant oggi non avrebbe lavorato. Il commento più severo, neanche a dirlo, arriva dalla Fiom-Cgil. Il segretario della federazione Frosinone e Latina Donato Gatti spiega: «Grecale? Era scontata la partenza con la produzione della pre-serie del suv Maserati per andare a pieno regime entro febbraio 2022. Non vedo alcun elemento di novità in questo, visto che stiamo parlando di una vettura che andrà sulla piattaforma dove si producono Giulia e Stelvio, ovvero la cosiddetta "Giorgio". Ma la piattaforma elettrica? Non mi sembra sia emerso nulla a tal proposito per Cassino».

Argomenta il sindacalista: «Dalla riunione al ministero dello Sviluppo economico non è emersa alcuna certezza per quel che riguarda l'occupazione e per la piattaforma elettrica. Rischiamo una "lotta tra stabilimenti", come già sta succedendo con Grugliasco e Mirafiori. Questo è inaccettabile: noi speriamo che il Governo intervenga e su questo cerchiamo l'unità sindacale. Non si può andare avanti step per step, manca una visione generale sull'automotive. Noi vogliamo garanzie occupazionali e questo, al momento, non c'è stato».

L'unità sindacale invocata dal segretario Donato Gatti della Fiom, al momento sembra però lontana dal raggiungere. Questo perché se è vero che tutte le sigle mostrano cautela, è altrettanto vero che il bicchiere lo si prova a guardare anche mezzo vuoto. Questo è quanto trapela dal leader nazionale della Fim-Cisl Uliano, che spiega: «Nell'incontro al Mise da parte di Stellantis si conferma il completamento del piano industriale di Fca con i rispettivi lanci produttivi di Alfa Romeo Tonale, Maserati e Grecale e sul sito di Torino le Maserati Gc e Gt. L'azienda ha precisato che la carenza dei microchip a seguito della pandemia sta influendo sui livelli produttivi ma non deve compromettere le scelte strategiche per il futuro, caratterizzato dal piano di 30 miliardi volto ad anticipare la transizione ecologica che sta coinvolgendo il settore dell'automotive. Le problematiche sui semiconduttori condizioneranno il settore fino al primo semestre del 2022. L'azienda sta facendo una serie di interventi per limitare gli impatti negativi sulla mancanza dei semiconduttori in particolare sui fornitori e standardizzazione con processi di reingegnerizzazione».

Dalla Uilm, Palombella annota: «Il tavolo ministeriale con Stellantis deve proseguire fino alla definizione di una missione produttiva per tutti gli stabilimenti italiani.
Il ruolo del Governo, non solo di garante ma anche di supporto, è fondamentale, giacché ci troviamo in un momento cruciale e difficilissimo. Stiamo difatti attraversando contestualmente un delicatissimo processo di integrazione fra Fca e Psa, una storica trasformazione dell'intero settore automotive per elettrificazione e guida autonoma, una crisi di approvvigionamento di materiali e in particolare di semiconduttori che promette di portarsi ancora a lungo.
Speriamo che il Governo si attivi sia per cercare di ripristinare il prima possibile le forniture di semiconduttori sia per favorire riconversioni industriali e attrarre investimenti su tecnologie innovative come l'idrogeno. L'Italia - conclude-  sembra purtroppo in grave ritardo rispetto alle altre potenze industriali».