Accusato di usura aggravata ed estorsione, imprenditore sessantenne della città fluviale assolto con la formula piena perché il fatto non sussiste. A stabilirlo è stato il tribunale collegiale di Cassino che ha assolto un imprenditore sessantenne della città fluviale dalle ipotesi di usura aggravata e continuata, nonché dal reato di estorsione. In particolare come sottolineato dalla difesa l'indagine aveva preso piede a seguito della denuncia da parte di un imprenditore di Cassino, il quale non potendo più far fronte alle continue richiesta di denaro si era rivolto, nel 2014, ai carabinieri di Cassino, ai quali aveva raccontato di essere vittima di usura da oltre due anni e che era stato costretto a pagare interessi annuali che andavano oltre il 240%.

Nel corso dell'incontro programmato con i carabinieri tra l'imprenditore cassinate e il sessantenne imprenditore della città fluviale, erano intervenuti i militari, i quali avevano posto un registratore all'interno dei vestiti della presunta vittima, al fine di registrate le richieste di denaro. I militari procedevano all'arresto in flagranza di reato del sessantenne, al quale veniva sequestrata una ingente somma in contanti, nonché un assegno bancario. Dopo diversi anni di processo, l'imputato assistito dall'avvocato Emanuele Carbone è riuscito a dimostrare la propria innocenza e, nonostante, la richiesta di condanna da parte della pubblica accusa, il tribunale di Cassino condividendo la tesi difensiva, ha assolto l'imputato da entrambi i gravi reati contestati, disponendo, altresì, il dissequestro delle somme cadute in sequestro. La difesa ha dimostrato l'inaffidabilità della persona offesa, oltre alla mancanza di qualsivoglia riscontro documentale e contabile alle accuse rivolte al proprio assistito.