C'è chi dice "no". E sono i ragazzi delle scuole superiori della provincia di Frosinone che, ieri mattina, si sono dati appuntamento a piazzale Vittorio Veneto per gridare il proprio disagio e dare voce ai problemi causati dai doppi turni di ingresso e di uscita da scuola, che costringono la maggior parte di loro a orari di rientro improbabili, a vedersi annullate le attività extrascolastiche e rivoluzionati i tempi di vita e di socializzazione. In trecento sono scesi in piazza per chiedere una semplice cosa: la facoltà per ogni dirigente scolastico di esercitare quell'autonomia organizzativa, riconosciuta dalla normativa vigente, che consentirebbe di risolvere numerose criticità.

«Non ci stiamo. Questa non è la scuola che vogliamo - hanno detto all'unisono tutti gli studenti che si sono alternati al megafono - L'adozione delle fasce orarie in entrata alle 8 e alle 9.40 ha determinato, come l'anno scorso, uno stravolgimento della vita scolastica e di quella ordinaria. Tanti, troppi di noi rientrano a casa ad orari impossibili con seguente annullamento dei tempi di studio e di vita personale di ognuno di noi. Un problema che sarebbe facilmente risolvibile consentendo ai dirigenti scolastici di esercitare quell'autonomia organizzativa che, tra l'altro, è prevista dalla legge»

A margine della manifestazione, una delegazione composta da cinque rappresentanti d'istituto (Alessandro Ottaviani, Fausto Palladino, Luca Palleschi, Alice Garofali, Leonardo Palese) è stata ricevuta dal prefetto Ignazio Portelli.
«Ringraziamo il prefetto per averci ricevuto - hanno detto Alessandro Ottaviani e Giuseppe Manzo - e per avere ascoltato con grande attenzione e disponibilità i nostri disagi. È evidente che la soluzione non è dietro l'angolo dal momento che ci sono dei vincoli legislativi da rivedere, ma ci ha promesso che, nell'ambito delle sue competenze, porterà all'attenzione dei tavoli istituzionali le nostre istanze su doppi turni e trasporti».

Nel pomeriggio di ieri, poi, una delegazione dei ragazzi e una dei rappresentanti dei genitori si sono incontrate con l'assessore regionale all'istruzione Claudio Di Berardino, in un confronto informale e non ufficiale, in un ufficio di via Kennedy nella parte bassa del capoluogo. Nel corso dell'incontro, cui ha preso parte anche il consigliere regionale Mauro Buschini, sono stati evidenziati, da parte dei genitori i problemi connessi all'attuale modulazione oraria delle lezioni, evidenziando come il doppio turno di ingresso, come attualmente concepito che ancora l'ingresso alle 8 in favore degli studenti del biennio, impedendo una turnazione con le classi del triennio, sia fonte di enormi disagi, soprattutto per gli studenti pendolari costretti a rientrare a casa anche in serata dopo essere partiti comunque alle prime luci dell'alba.

L'avvocato Giuseppe Dell'Aversano, presidente del consiglio di istituto dell'IIS Turriziani di Frosinone, e la dottoressa Valeria De Santis, del Liceo Scientifico "Severi" di Frosinone, si sono resi portavoce degli intervenuti evidenziando la necessità di tornare all'orario di ingresso in classe in vigore ante pandemia; in subordine è stato chiesto di consentire ai singoli istituti di avere autonomia nell'organizzazione degli orari di entrata e di uscita, sottolineando come solo Frosinone abbia il vincolo dell'ingresso alle 8 a favore del biennio.

L'assessore Di Berardino, in chiusura dell'incontro, si è dichiarato disponibile a convocare una riunione cui parteciperanno una rappresentanza dei genitori e degli studenti, l'ufficio scolastico provinciale e regionale, unitamente al prefetto, per valutare le possibilità di intervento nei settori di competenza regionale, impegnandosi comunque a portare all'attenzione del governo nazionale quanto dovesse invece dipendere dallo stesso. A breve il tavolo dovrebbe essere convocato.

Nei giorni scorsi i genitori avevano scritto una lunga lettera alle autorità evidenziando tutte le problematiche emerse. C'è, si legge nel documento, «l'assoluta necessità di tornare all'orario scolastico tradizionale vigente "ante pandemia". Infatti allo stato attuale l'aver indetto un doppio turno di ingresso alle 8 e alle 9.40, non solo non risolve le problematiche che volevano essere risolte con la sua introduzione, ma addirittura si sta rivelando dannoso. Il presunto potenziamento dei mezzi di trasporto è rimasto solo sulla carta.

Gli studenti pendolari, che costituiscono la gran parte della popolazione studentesca, anche se sono obbligati ad entrare alle 9.40, in realtà devono ugualmente prendere l'autobus allo stesso orario di quelli che entrano alle 8 in quanto le corse non risultano potenziate, anzi in molti casi sono state ulteriormente soppresse. L'unico risultato è che la maggior parte dei pendolari arriva alla stessa ora davanti alla scuola, ma il gruppo che non entra alle 8 è costretto ad attendere in strada per poter entrare in classe alle ore 9.40».

«Tutto ciò - prosegue il documento - determina il crearsi di assembramento al di fuori degli istituti. E con l'arrivo della stagione invernale ben si intuiscono gli ulteriori disagi. Sempre per lo stesso motivo, al termine delle lezioni, molti studenti pendolari raggiungono le loro abitazioni anche dopo 3 ore, con le immaginabili conseguenze per il loro benessere psico-fisico e per il mancato studio. Inoltre, l'aver inopinatamente stabilito che solo gli studenti del biennio possano entrare alle 8, quando gli Istituti, sulla base dell'autonomia scolastica, avevano previsto l'alternanza degli ingressi per limitare il disagio agli studenti, ha creato un ulteriore problema non previsto da chi ha preso tale decisione senza consultare i dirigenti scolastici sicuramente più idonei ad evidenziare e risolvere le problematiche relative agli istituti di loro competenza.

Lasciare liberi gli Istituti, come da normativa vigente, di stabilire l'orario di ingresso in piena autonomia consentirebbe una migliore gestione degli ingressi a scuola, una migliore fruizione dei trasporti, un rientro a casa in orario tale da consentire agli studenti lo svolgimento anche di attività extrascolastiche».