Una pessima giornata per le migliaia di candidati che giovedì scorso si sono presentati a Roma per sostenere la prova per il Tfa. Ore di attesa sotto il sole cocente, senza acqua e con notevoli disagi. Alcuni candidati hanno accusato addirittura malori. E ora non ci stanno, si stanno organizzando per far valere le loro ragioni e i loro diritti.

Per il quarto anno consecutivo l'Unicas si è vista costretta a chiedere ospitalità all'Ente Fiera della capitale: un luogo adatto ad accogliere le migliaia di persone che arrivano da ogni parte d'Italia per sostenere il concorso. In passato è stata l'Unicas a organizzare le prove con personale proprio. Ma quest'anno le cose sono cambiate e pare che i candidati abbiano vissuto disagi inaspettati.

Oltre 3.000 gli iscritti e oltre 400 hanno deciso di ricorrere all'assistenza legale dell'avvocato Raffaele Sparagna di Minturno. Sembra essere solo l'inizio, perché tra i partecipanti i malumori sembrano essere davvero tanti. La richiesta è quella di ammettere tutti i partecipanti alla prova scritta. Tra i problemi lamentati dai partecipanti diverse irregolarità, come sembrerebbe anche la presenza di cellulari e tablet nelle disponibilità di alcuni candidati durante le prove.

Ieri l'avvocato Sparagna ha incontrato il rettore per un confronto su quanto accaduto. Adesso la strada da seguire da parte del legale sarà protocollare un'istanza al Ministero, al rettore, al direttore generale e al Rup per chiedere l'annullamento della prova preselettiva in autotutela in virtù di quanto accaduto, delle testimonianze e delle numerose prove delle presunte irregolarità.

Qualora l'istanza venga accolta dal Miur, l'ateneo cassinate potrebbe quindi procedere in questo senso.
Tra oggi e domani verrà protocollata l'istanza, qualora entro 24 ore non ci dovesse essere risposta in questo senso allora si procederà a presentare formale ricorso al Tar, al quale sarà allegato il numeroso materiale e le prove prodotte dai candidati sulle presunte irregolarità contestate. Tra le violazioni contestate la più grave sarebbe quella legata all'anonimato della prova: a ogni candidato è stato assegnato all'ingresso un Qr code ma, se fosse possibile dimostrare che alcuni siano rimasti in possesso di smartphone e dispositivi, non si potrebbe escludere la possibilità di aver inviato a terzi il nome per collegarlo a quel preciso Qr code.