Due querele nei suoi confronti, entrambe archiviate.
Una da parte di Suprano, l'altra di Tuzi. Questa la chiave di lettura che è servita al luogotenente Gaetano Evangelista ora a capo della stazione di Piedimonte San Germano, il primo che iniziò a scavare all'interno della caserma di Arce sulla morte di Serena Mollicone a capire che forse le intuizioni del suo collaboratore non erano poi tanto campate in aria.

Perché quelle querele nei suoi confronti per motivi di poco conto poi archiviate non avrebbero avuto alcun valore «se non quello di farmi trasferire (per incompatibilità, ndr)». Delle «pugnalate che non ti aspetti, soprattutto in famiglia» prosegue in quasi sei ore di escussione.

Perché Evangelista, che ieri è stato un fiume in piena, considerava davvero i carabinieri con i quali lavorava molto di più di collaboratori e colleghi: le feste di Natale, i pranzi, i momenti conviviali. Evangelista, dopo le querele, non viene però trasferito e inizia a scavare, a mettere insieme i pezzi. E le incongruenze, come raccontato, diventano macroscopiche.
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