Il procuratore di Frosinone Antonio Guerriero incontrerà stamattina il capo del Dap, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria Bernardo Petralia. A 12 giorni dall'episodio verificatosi all'interno della casa circondariale, quando un detenuto si è impossessato di una pistola, recapitatagli con un drone, e ha fatto fuoco all'indirizzo di quattro altri reclusi, sarà l'occasione per fare il punto anche alla luce della delicata indagine.

Il fatto ha destato grande scalpore, a tal punto che i sindacati della polizia penitenziaria hanno indetto lo stato di agitazione del personale. Petralia, peraltro, era già venuto a Frosinone all'indomani dell'episodio che ha visto protagonista il ventottenne campano Alessio Peluso, poi trasferito a Rebibbia. Subito il ministro della Giustizia Marta Cartabia ha inviato una delegazione del Dap nel carcere di Frosinone.

Il capo dipartimento Bernardo Petralia, il direttore generale del personale Massimo Parisi, il direttore generale dei detenuti Gianfranco De Gesu e il provveditore del Lazio, Abruzzo e Molise, Carmelo Cantone hanno testato la situazione in un incontro con i vertici della struttura diretta da Teresa Mascolo.

Al termine del vertice Petralia aveva detto: «Tutto quello che si può fare come Dap, come impiego di personale e risorse lo faremo sin da domani. Il problema dei droni è ben presente al Dap». Da qui l'idea di utilizzare un sistema, già sperimentato, per creare una sorta di scudo anti droni, incaricando un gruppo di lavoro per trovare la soluzione più avanzata da un punto di vista tecnologico. Le indagini, condotte da polizia penitenziaria, squadra mobile, con l'ausilio anche dei carabinieri del Ris che hanno svolto degli esami sulla scena della sparatoria, proseguono a tutto campo.
Indagato per favoreggiamento il frusinate che ha procurato il drone. Sempre oggi, annuncia il direttore Teresa Mascolo, si terrà in carcere la giornata dedicata alla genitorialità.

«L'istituto penitenziario di Frosinone - scrive la direttrice - nell'ambito della programmazione annuale delle attività ha avuto trai suoi obiettivi prioritari, quello della valorizzazione della famiglia e del rapporto che unisce la persona privata della libertà con i figli. Con il progetto è stato attivato un ciclo comunicativo virtuoso tra detenuto-famiglia-istituzione, in una prospettiva volta a riconoscere la famiglia come una risorsa ai fine del reinserimento. La giornata del 1 ottobre sarà l'occasione per un momento di condivisione e confronto con le famiglie sulla esperienza vissuta. Il progetto verrà ampliato».