Acquista la copia forense del contenuto del telefono cellulare in uso al presidente nazionale di Più Italia Fabrizio Pignalberi. Le operazioni peritali rientrano nel procedimento per calunnia e molestie aperto dalla procura di Frosinone contro Pignalberi. Il quale, ora parla di «un nuovo e rilevante quadro probatorio» nei suoi confronti. Lo stesso Pignalberi ricorda di esser stato «sottoposto lo scorso luglio alla misura cautelare» salvo poi essere «rimesso poi in libertà dal tribunale del riesame di Roma». Pignalberi, finito al centro di due puntate della trasmissione televisiva "Le Iene" di Italia 1, e nei giorni scorsi rinviato a giudizio per truffa, in un altro procedimento, dallo stesso tribunale di Frosinone, ripercorre la vicenda che lo aveva interessato.

«L'accusa dice aveva ritenuto non veritiere le conversazioni telefoniche tra il presidente nazionale e le presunte persone offese, pur non avendo mai periziato lo smartphone in possesso del leader di Più Italia, basandosi esclusivamente sulle dichiarazioni di una delle querelanti. Durante l'interrogatorio di garanzia, era stato proprio Pignalberi, a consegnare al gip di sua spontanea volontà il telefono. Il 30 luglio scorso, il pm Barbara Trotta, aveva affidato l'incarico di periziare il cellulare del Pignalberi all'ingegner Lorenzo Carroccia».
La scorsa settimana sono iniziate le operazioni peritali: «è stato lo stesso consulente nominato dal pm, ingegner Carroccia nel verbale di inizio delle operazioni peritali a dare riscontro e conferma dell'esistenza delle conversazioni tra il Pignalberi e le persone offese, S.
C. e T.S. prosegue ancora il diretto interessato Lo scorso 17 settembre una delle querelanti T.
S. è stata prosciolta, in quanto l'accusa si era convinta della sua innocenza, in base alle sue dichiarazioni rese circa il mancato scambio di telefonate e sms con il Pignalberi. Tale tesi aveva permesso all'accusa di trarre in arresto il leader di Più Italia Pignalberi. Ad oggi, invece vi è la conferma che Pignalberi non ha mentito perché le conversazioni esistevano. A dirlo è proprio il consulente nominato dal pm».