Non ci sono più parole per definire la vicenda del crollo del ponte di accesso all'area archeologica di "Comunacque". Sembra ieri ed invece il prossimo aprile saranno quattro gli anni e a quanto sembra tutto tace. Neanche le lamentele delle migliaia di turisti, che questa estate hanno raggiunto, per visitarla, l'area archeologica, sembrano sortire l'effetto sperato, purtroppo.

Fa un certo effetto, poi, notare il disinteresse della popolazione di Trevi e di quanti si adoperano per rendere "vivo" il paese. Strano che ci si impegni per abbellire il borgo medievale, a volte in modo discutibile, e che nessuno spenda una parola con comunicati pubblici e firmati, su questa vicenda che sta assumendo sempre più i connotati della solita storia all'italiana, ridicolizzando il territorio.

Ricapitolando, cosa manca perché venga ricostruito il ponte crollato così da restituire agli amanti del bello questa stupenda visione? Un mistero anche perché, a quanto si dice, le autorizzazioni ci sono tutte, il progetto definitivo, sembrerebbe, essere stato approvato e cosa si aspetta a indire la gara di appalto se ancora non si è provveduto? Che arrivi il finanziamento? Forse no, ma non è da escludere. Anzi è probabile.