Fieno coltivato nell'area interdetta. Dopo le prime due segnalazioni, al terzo episodio è scattata la denuncia: la paura degli ambientalisti è proprio quella legata alla fase successiva al taglio, ovvero all'imballaggio dello stesso fieno. Che una volta raccolto, diventa foraggio.
«Se i timori sulla salubrità della zona, a un passo dalle acque rosse, hanno portato a una ordinanza sindacale la numero 287 del 30 ottobre del 2016 non comprendiamo come si possa far finta di nulla, mettendo a rischio l'ecosistema e la salute umana» tuonano gli ambientalisti. Che ribadiscono un concetto chiaro: «Se non si può coltivare, non si può neppure raccogliere quello che diventerà foraggio e che finirà, comunque, sulle nostre tavole».
La questione non è nuova. Prima la segnalazione di un altro campo in cui era stato coltivato del fieno, poi raccolto e pronto per l'uso nella zona delle acque rosse di Sant'Elia. Con la voce unanime degli ambientalisti a chiedere un'ordinanza ad hoc per evitare che in quell'area fossero effettuate coltivazioni. Poi poco dopo, sempre nell'ambito dell'iniziativa Ansmi "Paglia e fieno", sostenuta anche da Gre (Gruppo di Ricerca Ecologica) sono state scoperte coltivazioni nelle zone off-limits di via Del Lago, a Cassino.
A luglio scorso gli ambientalisti avevano immortalato il presunto autore del taglio del fieno a cui, come da protocollo, è stato fatto un invito a evitare la raccolta sui terreni su cui pende il dubbio della presenza di valori oltre soglia, a un passo dalle acque rosse. Ma visto il ripetersi degli episodi è scattata la denuncia, presentata nelle scorse ore, oltre all'intervento delle forze dell'ordine.
Forse con il coinvolgimento dell'autorità giudiziaria la vicenda potrebbe finalmente trovare fine. Intanto proprio l'Ansmi ha lanciato un appello all'amministrazione: «I cartelli con cui veniva indicata l'ordinanza e dunque il divieto di coltivazione si sono subito rovinati. Nel tempo ne abbiamo apposti altri in plastica, fatti "sparire". Magari potrebbero essere installati nuovi cartelli, in metallo o comunque più resistenti, che siano da monito. E da aiuto alla memoria di qualche agricoltore» ha sottolineato Edoardo Grossi.