Maxi inchiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere su presunte torture avvenute nel carcere "Francesco Uccella" nei confronti di numerosi detenuti, indagini chiuse. Ora la procura sammaritana potrebbe chiedere il processo per tutti i 120 indagati coinvolti.
Erano stati i carabinieri di Santa Maria Capua Vetere a dare esecuzione lo scorso 28 giugno, insieme alla polizia giudiziaria e al Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria, a ben 52 ordinanze tra custodia cautelare in carcere, arresti domiciliari, obbligo di dimora e sospensioni nei confronti di altrettante persone in servizio nel Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria campana.
Con una interdittiva che ha persino coinvolto il provveditore delle carceri della Campania, Antonio Fullone. Una maxi inchiesta che aveva raggiunto anche la città martire e il suo hinterland: una delle ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari è risultata notificata a Giacomo Golluccio, 45 anni, nato a Cassino.
Indagato a piede libero un altro agente della casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, G.Q.
di 55 anni, originario di Cassino ma residente a Caserta.
Disposta in prima battuta la custodia cautelare in carcere, invece, per Felice Savastano, 54 anni di Galluccio. In tutto lo ricordiamo erano state 8 le misure cautelari in carcere, 18 quelle ai domiciliari, 3 gli obblighi di firma, 23 le misure cautelari interdittive della sospensione dell'esercizio del pubblico ufficio. Dagli arresti eseguiti a giugno a oggi la maggior parte delle misure (non tutte) sono state confermate dal tribunale del Riesame di Napoli.
Nel dettaglio, sono state emesse 16 pronunce di conferma delle misure cautelari, 6 invece quelle sostituite in forme più lievi, 3 gli annullamenti per carenza di comprovate esigenze cautelari. Con una valanga di interrogatori e ben oltre un centinaio di detenuti ascoltati.
Plausibile, ora, che la procura sammaritana possa chiedere il giudizio per tutti gli indagati. Un numero che potrebbe aumentare: ancora in corso le attività di riscontro per identificare alcuni degli agenti intervenuti nei pestaggi, ma a volto coperto dal casco.