Veleni interrati e bonifiche, si era parlato di settembre come il "mese della verità" e si spera che sia proprio così. Le linee già tracciate e il cronoprogramma annunciato devono essere attuati. Così in questa settimana il dialogo che verrà riaperto tra Comune e Regione (dopo la pausa estiva) servirà a mettere un po' in ordine le date. Perché la direzione è ben chiara. Intanto, però, si continua a bruciare: quei rifiuti dati alle fiamme a Nocione complicano il quadro.

Se, infatti, fino a un mese fa la classificazione e quindi la possibilità di smaltimento era stata valutata (il problema pare fosse invece legato ai costi per la tipologia "mista" da smaltire), con la combustione dei rifiuti (anche speciali) si rischia di sparigliare ancora le carte: potremmo, in sostanza, dover rimettere indietro le lancette per colpa di una mano incendiaria da individuare e punire. In prima battuta per le esalazioni anche nocive (parliamo di rifiuti sanitari) e per l'impatto ambientale. Poi, per il lavoro verso la bonifica vanificato ogni volta che ignobilmente si accende un rogo a pochi passi dai veleni interrati per distruggerli.

Fiamme e sospetti
Continui i roghi a Nocione. Negli ultimi anni gli episodi registrati sono stati molti ma nelle settimane più recenti la situazione sembra essere sfuggita di mano. Prima il cumulo più piccolo, poi man mano gli altri: l'sos è scattato in momenti diversi. L'ultimo giovedì scorso: sul posto - insieme all'Ansmi - i vigili del fuoco con due autobotti e un pick up. Oltre alle fiamme, una nube nera visibile anche dalla superstrada.

La Rai, ormai "di casa" a Cassino, è tornata ora a documentare quei roghi appiccati da una mano criminale. Ha riacceso ancora una volta i fari sulla zona dei veleni interrati, ponendo l'accento sulle possibili conseguenze che gli stessi incendi appiccati nell'area dei veleni potrebbero avere. L'inviata del Tgr Lazio ha intervistato Edoardo Grossi - presidente dell'Ansmi, l'Associazione della Sanità militare italiana - e Angelo Spallino di Italia Nostra che da anni si battono affinché Nocione non sia un capitolo chiuso. Adesso, però, il problema è duplice, con i roghi che continuano ad estendere il pericolo attraverso le esalazioni e quello, affatto secondario, del rischio legato alla "mutazione" del veleno da smaltire.

Le fototrappole ci saranno
Ai microfoni Rai anche il consigliere Riccardo Consales, con delega all'ambiente, che ha spiegato le attività in atto e - a microfoni spenti - ha rassicurato: le fototrappole ci saranno. Impossibile immaginare di lasciare i cittadini in balia di una o più mani criminali che forse non comprendono la vastità delle conseguenze di quanto prodotto dai roghi. Soprattutto in quell'area.
L'attesa adesso è tutta per l'appuntamento (telefonico) con la Regione previsto in questa settimana. Occorre riprendere il discorso già avviato, stabilire date certe e accelerare. Anche sugli atti incendiari.

Oltre alla fase delle indagini - adesso da estendere rispetto all'area individuata in un primo momento, dopo i risultati delle analisi - si guarda anche a quella successiva che rappresenta il culmine di tutte le battaglie condotte in vent'anni da ambientalisti e residenti, che hanno sempre chiesto aiuto.
Nella riunione che verrà fissata a breve non verrà "solo" programmata la fase legata alle nuove indagini sul terreno. Ma verranno anche presentate delle proposte legate a possibili costi per smaltire i rifiuti: ovviamente si tratta di ipotesi. Nei mesi invernali, dunque, si entrerà - come già detto - nel vivo della "fase tre". I lavori legati alle analisi potrebbero essere completati entro fine anno. Una tabella di marcia serrata che a settembre porterà a puntellare altri obiettivi da centrare in brevissimo tempo. Incendi permettendo.