Arrivano i primi annunci di costituzione di parte civile nel processo che partirà il prossimo 21 ottobre per lo scandalo dei concorsi truccati alla Asl. Sul banco degli imputati ci sono Claudio Rainone, Claudio Moscardelli e Mario Graziano Esposito, accusati a vario titolo di corruzione e rivelazione di segreto d'ufficio.

L'Azienda sanitaria locale di Frosinone si costituirà parte civile nel procedimento penale, circostanza questa confermata dal direttore generale dell'Asl frusinate, Pierpaola D'Alessandro, specificamente sentita sul punto da Ciociaria Oggi. Parte civile sarà anche la Regione Lazio, così come aveva annunciato anche subito dopo gli arresti lo scorso maggio, l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato che, all'indomani della prima tranche dell'inchiesta dello scorso maggio, in una nota, aveva sostenuto ufficialmente che: «Su queste questioni non guardiamo in faccia a nessuno e la trasparenza e la legittimità devono essere elementi essenziali. Annuncio sin da ora - aveva detto l'assessore D'Amato - che si dovranno adottare tutti gli atti consequenziali nei confronti dei dipendenti della Asl e che se le contestazioni verranno confermate ci costituiremo per risarcire un danno di immagine subito dal servizio sanitario regionale».

L'indagine condotta dal pubblico ministero Valerio De Luca e dagli investigatori della Squadra Mobile e del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza aveva portato ad ipotizzare la corruzione e poi la rivelazione di segreto d'ufficio ed è arrivata in Tribunale. Per il 21 ottobre è fissato davanti al terzo collegio penale il processo per i tre imputati: oltre a Rainone e Moscardelli, la Procura ha esercitato l'azione penale nei confronti di Graziano Esposito. Agli atti sono finite le telefonate in particolare quelle tra Moscardelli e Rainone che rappresentano uno dei pilastri dell'impianto accusatorio. Tra le parti offese nel procedimento c'è la Regione Lazio e ci sono le Asl di Latina, Viterbo e Frosinone.

Tornando all'inchiesta, tra le fonti di prova raccolte dalla Squadra Mobile e dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza oltre alle informative e i verbali delle perquisizioni informatiche, ci sono le sommarie informazioni rilasciate dall'Assessore regionale alla sanità Alessio D'Amato, dall'attuale direttore generale della Asl di Latina Silvia Cavalli, dal suo predecessore Giorgio Casati, oltre anche ad un video degli esami orali.

Nelle motivazioni i giudici mettono in forte relazione la richiesta di raccomandazione di Moscardelli a Rainone,
«La condotta non si riduce a mere segnalazioni rimaste ininfluenti, ma si colloca fuori dagli ordinari canoni di dialettica tra rappresentanti della politica e dirigenza delle Asl, palesandosi invece come una vera e propria ingerenza idonea in astratto a comprimere la volontà di scelta del direttore amministrativo da parte del direttore generale».
Sarà questo uno degli elementi su cui si dibatterà fortemente nel corso del processo penale che inizierà a breve in Tribunale davanti al collegio giudicante.