È sempre quello della vaccinazione il fronte più importante di questa fase della pandemia. Anche in provincia di Frosinone, dove la copertura sfiora l'80%. Ma c'è pure il capitolo riguardante la profilassi dei sanitari.

Sospensioni e ricollocamenti
Come anticipato da Ciociaria Oggi, l'Azienda Sanitaria sta analizzando la campagna di vaccinazione dei sanitari. In una nota rileva: «Oltre a proseguire la vaccinazione per tutti gli utenti, da mesi la Asl di Frosinone ha cominciato un concreto lavoro interno di monitoraggio vaccinale con i propri dipendenti, come previsto dal decreto legge 44 del aprile 2021 che ha introdotto l'obbligo per tutti gli operatori sanitari a vaccinarsi ai fini di "mantenere le condizioni di sicurezza nella cura e nell'assistenza" indicando che la vaccinazione costituisce un "requisito essenziale" all'esercizio della professione».

E prosegue: «I risultati sono stati incoraggianti. Su oltre 4.000 dipendenti, la componente sanitaria che non si è sottoposta alla vaccinazione è stata di circa 30 unità. La Asl ha completato l'istruttoria relativa ai sanitari che non si sono vaccinati per motivi certificati e ha provveduto alla ricollocazione di 22 sanitari - anche a tutela di loro stessi - in attività di telelavoro compatibili con le mansioni da poter svolgere a distanza, senza entrare in contatto coi pazienti e senza interagire direttamente con i propri colleghi». Sottolinea la Asl: «Si occupano di programmi molto utili come contatto di persone fragili relativamente al programma di prevenzione delle ondate di calore, richiamo programmi screening, attività di prenotazioni Cup e attività di retrosportello. Alla fine dell'istruttoria, la Asl si è vista obbligata a prendere provvedimenti aggiuntivi con la sospensione di 2 sanitari.

In settimana, si procederà con le ulteriori sospensioni laddove non vi saranno nuovi vaccinati, in seguito ad un ottimo lavoro fatto insieme alla medicina generale e alla medicina specialistica». Il direttore generale della Asl di Frosinone Pierpaola D'Alessandro rileva: «Noi applichiamo la normativa come obbligo di legge e come obbligo morale per la tutela della salute pubblica, ma sospendere è una cosa che non facciamo certo a cuor leggero. Perciò esprimo soddisfazione per la notizia che vari operatori abbiano provveduto a regolarizzare la propria posizione e auspico che tutti gli altri facciano altrettanto poiché le persone interessate possono aderire alla vaccinazione in ogni fase della procedura».

La linea del direttore generale Pierpaola D'Alessandro è chiara: privilegiare la moral suasion, strategia che alla fine ha portato a risultati importanti. È anche evidente che su una tematica del genere scatteranno sicuramente dei ricorsi. Nei giorni scorsi la D'Alessandro aveva affermato: «Sarebbe stato utilissimo definire chiaramente dove si fermano i diritti e cominciano i doveri collettivi. In aziende fragili, con poco personale, diventa pure un carico in più per chi è in servizio purtroppo. Da buon datore di lavoro ti auguri fino alla fine che il buon senso, la responsabilità, lo spirito di comunità professionale prevarrà su ansia, paura e quant'altro ancora ostacoli un sanitario verso un dovere per la collettività di pazienti e colleghi».

La profilassi
I numeri parlano da soli. In provincia di Frosinone sono state somministrate 520.000 dosi. Per un totale di soggetti vaccinati che arriva a quota 370.000. Le persone che hanno ricevuto almeno una dose sono 68.000, quelle che hanno completato l'intero ciclo 302.000. Il che vuol dire che è stato vaccinato il 78% della popolazione target. Questa l'analisi nel dettaglio per le varie fasce di età: tra gli over 80 vaccinato l'86%, nella fascia dai 70 ai 79 anni l'87%, dai 60 ai 69 anni l'84%, dai 50 ai 59 anni l'80%. Proseguendo: dai 40 ai 49 anni il 77%, dai 30 ai 39 anni il 69%, dai 20 ai 29 anni il 71%. Molto forte, il 74%, la copertura vaccinale tra i 16 e i 19 anni. Poi il 66% dai 12 ai 15 anni. Percentuali altissime, considerando che i più giovani hanno iniziato dopo la campagna di vaccinazione. Pierpaola D'Alessandro, manager della Asl, commenta così questi dati: «Le cifre dimostrano il risultato dell'ottimo lavoro raggiunto dai sanitari. Un elogio va alla popolazione della provincia di Frosinone, alle istituzioni, ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta, ai farmacisti e ai privati accreditati che stanno partecipando attivamente alla campagna vaccinale.

Ora la sfida a cui va incontro la Asl, insieme ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta sarà quella di coinvolgere l'ultima parte della popolazione più resistente, vale a dire circa il 20% del totale. Tra questi ci sono persone che sono state colpite dal Covid e che, sicuramente, appena potranno si vaccineranno. La piccola parte che rimane è quella che soffre di più ansie, paure o è vittima di disinformazione e che ancora non ha mostrato il giusto coraggio per proteggere sé stessi e gli altri». Prosegue la D'Alessandro nella sua analisi: «Il vaccino è lo scudo, assieme al distanziamento fisico, la mascherina e l'igiene delle mani, che abbiamo per affrontare un periodo particolarmente delicato dei primi freddi che inevitabilmente avranno conseguenze sulla salute pubblica. La Ciociaria è davvero una terra di grande coraggio e determinazione. Siamo stati colpiti fortemente dalla pandemia, in una difficoltà sanitaria annosa.

L'attacco hacker ai server regionali ha messo a dura prova il sistema. I cittadini stanno rispondendo in modo dignitoso e comprensivo, affrontando questa ulteriore difficoltà, insieme alla direzione della Asl e al grande lavoro dei medici di Medicina generale e ai pediatri di libera scelta, dimostrando, ancora una volta, che solo insieme si possono affrontare tutte le sfide e solo insieme si può vincere». Sempre Pierpaola D'Alessandro aveva detto in esclusiva a Ciociaria Oggi: «L'età dei positivi si è notevolmente abbassata e quelli che ricorrono alle cure ospedaliere per aggravamento dei sintomi fanno parte della fascia che va dai 30 ai 50 anni. La degenza media di un paziente Covid in ospedale si prospetta ancora molto lunga per via delle difficoltà respiratorie. Colgo l'occasione per ricordare che anche una forma asintomatica della malattia ha in qualche caso lasciato strascichi post Covid. Per la sanità pubblica questa pandemia rappresenta altresì un enorme problema organizzativo, perché rallenta e ostacola tutto il resto delle cure. E poi bisogna continuamente controllare e sanificare. Per non parlare del tema delle spese.

Insomma, prima si debella e prima torniamo a vivere normalmente tutti. Ecco perché la vaccinazione è fondamentale. Anzi, decisiva». Aggiungendo: «Presto si aprirà una nuova fase, la Asl si accinge a chiudere gli hub. Il 30 settembre termineranno le attività in quelli grandi. All'appello della vaccinazione manca complessivamente un 20% di popolazione assistita, di cui il 10% ha una causa di esclusione oppure ha contratto il Covid e quindi arriverà mano mano a fare il vaccino. Il 10% rimanente è quello che definiamo lo zoccolo duro da convincere. La Asl, le strutture accreditate e i medici di medicina generale resteranno attivi sulla vaccinazione e attenderanno che quel 10% di indecisi alla fine opti per la profilassi contro il Coronavirus. In quel 10% ci sono tante persone che hanno paura e che dobbiamo convincere a vaccinarsi».

La situazione
Ieri è iniziata la settantanovesima settimana dall'inizio della pandemia in provincia di Frosinone. Dal primo caso del due marzo 2020 sono trascorsi 547 giorni. I nuovi casi sono stati 13 su 291 tamponi effettuati. Tasso di positività al 4,46%. In diminuzione: 5,71% domenica, 5,74% sabato, 6,2% venerdì, 7,79% giovedì, 12,95% mercoledì. Questa la mappa: 3 contagi ad Alatri, poi 1 ad Amaseno, Cassino, Castro dei Volsci, Ferentino, Fiuggi, Frosinone, Morolo, Paliano, Sant'Elia Fiumerapido, Vallecorsa. I negativizzati (quelli che cioè hanno superato la malattia) sono stati 25. Ancora una volta zero decessi. La settantottesima settimana era andata così: 6 casi il ventitré agosto, 24 il ventiquattro, 60 il venticinque, 30 il ventisei, 35 il ventisette, 27 il ventotto, 26 il ventinove. Per un totale di 208 casi e quindi una media di 29,71 ogni ventiquattro ore. Poi c'è il parametro dell'incidenza di nuovi casi settimanali ogni 100.000 abitanti. Adesso è di 45,07. I pazienti Covid ricoverati presso gli ospedali sono 12.

Il bollettino
In Italia 4.257 nuovi casi e 53 decessi. Sale il tasso di positività: 3,9%. Nel Lazio sono stati registrati 321 contagi, 28 in meno rispetto a domenica e 27 in meno con riferimento a lunedì 23 agosto. I decessi sono stati 4. Tasso di positività all'1,6%. Spiega l'assessore regionale Alessio D'Amato: «Nel Lazio superate le 7,7 milioni di dosi somministrate. Da mercoledì 1° settembre (ndr: domani) raggiungeremo quota 4 milioni di cittadini che hanno completato il percorso vaccinale. La campagna non si arresta, invito tutti quanti non l'abbiano ancora fatto a vaccinarsi». Sempre da domani, mercoledì 1° settembre, oltre ai prenotati, ci si potrà recare presso gli hub vaccinali con la tessera sanitara per sottoporsi a profilassi. Si tratta di uno step ulteriore destinato ad accelerare la vaccinazione. Anche in vista delle riaperture.