«Sono stata aggredita e derubata di soldi e del bancomat dal mio compagno». Questa la frase ripetuta in diverse telefonate fatte al 112 da una donna. Donna che però ad ogni chiamata forniva una versione dei fatti diversa e false generalità al fine di non essere identificata.

I carabinieri hanno subito avviato tutti gli accertamenti del caso, scoprendo che quanto denunciato nelle numerose telefonate non corrispondeva al vero.
Per lei, una trentenne di Veroli, è scattata la denuncia per i reati di procurato allarme, simulazione di reato e false dichiarazioni all'autorità.

La ricostruzione
In ogni telefonata forniva un nome diverso, una versione nuova e diceva di trovarsi in luoghi ogni volta differenti. Sosteneva di essere stata aggredita dal compagno e che lo stesso le aveva rubato i soldi e il bancomat. Nelle successive telefonate, a seguito anche del riscontro eseguito dall'operatore della centrale operativa che ha risposto alle chiamate, si è appurato che la donna nel corso delle richieste di intervento, cambiava la versione dei fatti e forniva delle false generalità al fine di non essere identificata.
L'immediata attività d'indagine e i successivi riscontri eseguiti dai carabinieri della locale stazione, coordinati dal comandante Giovanni Franzese, hanno permesso di arrivare all'identificazione della donna.

Pertanto nei suoi confronti è scattata la denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Frosinone poiché è stato accertato dagli uomini dell'Arma che le richieste di intervento, il furto e l'aggressione erano del tutto infondate e, nel contempo, la stessa non aveva fornito le motivazioni che l'hanno spinta a compiere l'illegale condotta. La trentenne, come detto, deve rispondere di procurato allarme, simulazione di reato e false dichiarazioni all'autorità.