È una Italia che viaggia a due velocità nel settore del turismo, dove nonostante le restrizione e gli obblighi legati alle procedure di contenimento da Covid 19, molte località di mare o di montagna stanno facendo registrare costanti overbooking nelle prenotazioni alberghiere. Continuano invece a soffrire le città d'arte a causa soprattutto del crollo delle presenze di turisti stranieri. Se la passano peggio di tutti invece le destinazioni termali, già in difficoltà negli ultimi anni a causa della crisi strutturale nel settore.

Uno spiraglio di luce su Fiuggi e "sorelle italiane" sembrerebbe arrivare dalla novità del "Bonus Terme" istituito con un decreto del Mise: «Con lo scopo di incentivare l'acquisto di servizi termali anche in ottica post Covid. Rivolto ai cittadini residenti in Italia, senza limiti legati al nucleo familiare e di Isee. Il "bonus terme" consiste in uno sconto del 100% sul prezzo di acquisto dei servizi prescelti, fino a un importo massimo di 200 euro. Gli interessati potranno prenotare i servizi termali in un istituto accreditato di loro scelta. I voucher saranno circa 250.000 e potranno essere utilizzati nei centri accreditati. La prenotazione avrà un termine di 60 giorni dalla emissione, con risorse stanziate sino ad esaurimento.

Nelle prossime settimane Invitalia, fornirà indicazioni più precise sulle prenotazioni. Come reagirà Fiuggi a tutto questo è presto per dirlo. L'incentivo promosso dalla Regione nei mesi scorsi, dove a fronte di 3 notti prenotate in albergo una la "regalava" l'ente della Pisana, due notti invece se le prenotazioni erano pari o superiori a 5 giorni a Fiuggi non ha avuto successo.
Tra le cause le complicazioni legate all'accesso alla procedura, la necessità degli albergatori di avere subito a disposizione il cash flow senza dilazione nei tempi e la paura immotivata della certezza dei rimborsi.