Lo stabilimento Fca di Piedimonte San Germano, dopo una lunga pausa durata oltre un mese tra ferie estive e ammortizzatori sociali, riapre i cancelli. Oggi è previsto il rientro dell'attività lavorativa per i reparti Lastratura e Verniciatura; da domani si torna alla piena produzione con gli operai che torneranno sulla catena di montaggio.

Già dall'inizio di questa settimana sono riprese le attività in alcune fabbriche dell'indotto: Cassino si prepara a vivere una salita produttiva con la produzione in serie del suv Grecale della Maserati che partirà entro fine anno, tuttavia le preoccupazioni non mancano. Oltre alle lotte sindacali di questi giorni per quel che riguarda il green pass nelle mense aziendali, c'è la preoccupazione per il costante calo delle immatricolazioni. Un calo che interessa non solo l'Italia, ma anche il mercato europeo: basta guardare cosa è successo nel corso del primo semestre di quest'anno.

I dati
I dati resi noti dall'Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri (Unrae) parlano chiaro, e indicano un calo delle immatricolazioni del 14% rispetto a giugno 2019 (e un contenuto aumento del 13,3% su giugno 2020), che fa salire a 1.941.288 la perdita di vetture nei primi sei mesi dell'anno in corso: un crollo di ben 23 punti percentuali rispetto ai livelli del 2019, prima che scoppiasse l'emergenza Coronavirus. In cifre assolute, a giugno 2021 sono state registrate 1.282.503 nuove auto nei 31 paesi europei contro 1.491.465 dello stesso mese del 2019; in sei mesi il totale delle immatricolazioni è pari a 6.486.351 unità, ma erano 8.427.639 nel periodo gennaio-giugno 2019.

Inoltre il piano della Commissione europea che punta alla neutralità carbonica entro il 2050 e a un abbattimento delle emissioni del 55% entro il 2030, ha messo in allarme il comparto dell'automotive, già alle prese con una crisi difficile da superare, per questo motivo il "Piano nazionale di ripresa e resilienza illustrato di recente da premier Mario Draghi, contiene anche importanti riforme dedicate allo sviluppo della mobilità elettrica, ritenuta «una rilevante opportunità di decarbonizzazione del settore, ma ad oggi è estremamente limitata ed incide per lo 0,1 per cento sul totale dei veicoli».

Per raggiungere gli obiettivi europei in materia di decarbonizzazione è previsto un parco circolante di circa 6 milioni di veicoli elettrici al 2030 per i quali si stima siano necessari 31.500 punti di ricarica rapida pubblici. La misura si pone di conseguenza l'obiettivo di costruire le infrastrutture abilitanti al fine di promuovere lo sviluppo di mobilità sostenibile e accelerare la transizione del modello tradizionale di stazioni di rifornimento basate su carburante verso punti di rifornimento per veicoli elettrici.