Il paese ha accolto, come un grande abbraccio di un'unica famiglia, Marino Terrezza. Aveva 36 anni, era in Sardegna per lavorare: agente della Polstrada di Siniscola. Lì aveva trovato l'amore e aveva costruito una famiglia a Orosei.

Era in servizio sulla Statale 131 in territorio di Posada, con un suo collega, quando si è fermato per soccorrere un'auto in panne alla quale si doveva cambiare una ruota. Poi una Golf lo ha travolto e ucciso. Inutili i soccorsi, seppur durati a lungo per tentare di strappare alla morte questo giovane. Non c'è stato nulla da fare, la sua vita si è spenta su quell'asfalto, senza più tornare dalla compagna e dal figlioletto a Orosei e dai genitori e fratelli a San Giorgio, il paese che lo ha visto crescere.
Quel paese che ieri si è riunito tutto per dargli l'ultimo saluto.

Dapprima l'arrivo della bara in Comune, con il picchetto, dove in tanti si sono voluti stringere al dolore della famiglia e piangere quel "figlio" della comunità, morto mentre era in servizio.

Le parole del sindaco, Francesco Lavalle ancora risuonano: Marino era un bravo poliziotto, era un compagno di vita e un papà affettuoso. Marino era un uomo di 36 anni, poco più che un ragazzo, una persona buona e disponibile. Per quanto ciascuno di noi voglia comprendere quanto accaduto, la prematura scomparsa di Marino ci addolora e ci fa sentire un po' più soli. Alle 15.30 la bara avvolta nel tricolore è arrivata davanti alla chiesa di San Giorgio martire. È passata tra due ali di folla ed è stata posizionata sul sagrato.
Picchetto anche in chiesa come pure la lettura della preghiera di San Michele È stato il vescovo in persona, Gerardo Antonazzo, a celebrare i funerali accanto a lui don Marcello Hoca e don Angelo Oddi, vicario nazionale dei cappellani della polizia di Stato e nell'omelia ha parlato a lungo di questa giovane vita spezzata all'improvviso, richiamando tutti alla fede e alla speranza.

Commoventi le parole sul ragazzo, sul suo impegno, sui 10 anni di lavoro in Sardegna, sul servizio e l'aiuto agli altri l'altruismo nel senso più nobile -unite ad altre parole, quelle di conforto e di coraggio alla famiglia, nel nome del Signore. Ha parlato alla famiglia, anche nel finale dell'omelia, in una sorta di appello a continuare a vivere e guardare con speranza verso l'eternità.
La Luce, la Speranza per eccellenza. Tante le autorità, tra queste il questore di Frosinone, il direttore interregionale della Polizia Stradale Umbria-Lazio, il tenente dei carabinieri di Pontecorvo, il maresciallo di San Giorgio e, chiaramente, il sindaco Francesco Lavalle.