Una scoperta terribile: il corpo di E. D. F., 23 anni, era riverso a terra in una pozza di sangue. A nulla sono valsi gli sforzi dei soccorritori, il cuore del giovane ha ceduto. Una tragedia che nessuno in paese sa spiegarsi. È accaduta l'altra notte in via Pantanone, nel centro urbano del paese, nella casa dove il giovane viveva con la mamma e una zia. Aveva il cranio perforato da un proiettile. Immediata la chiamata al 118 e l'arrivo di un'ambulanza.

I sanitari si sono prodigati a lungo per cercare di rianimarlo, lo hanno portato al pronto soccorso dell'ospedale di Sora, ma ogni tentativo di salvargli la vita è stato inutile. Sul posto si sono precipitati anche i carabinieri che hanno avviato le prime indagini per ricostruire l'accaduto. Si sarebbe trattato di un gesto estremo, un atto volontario, forse l'ultimo disperato tentativo di porre fine a una sofferenza interiore che nessuno in paese sembra aver intuito. Per questo la notizia ha destato grande sconcerto.

Il ragazzo aveva una ferita nel cuore: la perdita del suo adorato padre, venuto a mancare qualche anno fa. Da piccolo era stato adottato da una famiglia dell'Est Europa. Aveva studiato al liceo di Ceccano. In paese lo conoscevano tutti, era considerato un bravo ragazzo, aveva tanti amici, frequentava solitamente la piazza dove però ultimamente si vedeva meno frequentemente. Forse un segnale del suo malessere.
Su disposizione del magistrato di turno, la salma è stata riconsegnata alla famiglia. Domani, alle 17, il funerale nella chiesa di Santa Maria Assunta, a Rocca d'Arce.