Un giorno da archeologo: è decollato il secondo laboratorio Sif "Dalla terra al fuoco", riservato ai bambini. Tre macro-tematiche sono alla base dei laboratori didattici ideati dalla direttrice del museo archeologico di Fregellae Teresa Ceccacci e fortemente voluti dall'assessore Anna Celani.
Riguardano, precisamente, la manipolazione dell'argilla, la figura dell'archeologo e le tecniche di scavo, l'archeologo e il gioco degli antichi romani.

Spiega i dettagli dell'iniziativa, a cui collabora anche il dottor Enzo Passamonti, la direttrice Ceccacci, che cura personalmente ogni incontro riuscendo a coinvolgere i piccoli partecipanti, protagonisti di questo viaggio straordinario attraverso la storia.
«Oggi (ieri, ndc), dopo un'introduzione sull'affascinante mestiere dell'archeologo e sulle tecniche di scavo, i bambini hanno cercato i reperti nascosti nella terra; hanno appreso il significato della stratigrafia e dell'archeologia come base per lo studio della nostra storia. Hanno dimostrato interesse e curiosità, ampliando il loro patrimonio di informazioni che raramente si acquisiscono nel quotidiano, ma che contribuiscono a fornire loro nuovi spunti per il sapere.

I bambini, ai quali ogni conoscenza è trasmessa sempre con linguaggio rigoroso, ma semplificato da strumenti accessibili, hanno dimostrato interesse e coinvolgimento, incuriositi dalla figura dell'archeologo che potrebbe sembrare distante da loro, ma di cui hanno compreso il ruolo».

La direttrice del Maf spiega che questo laboratorio «è il secondo di tre. Il primo ha riguardato l'argilla, la lavorazione e la colorazione delle opere risultato della manipolazione. L'ultimo si baserà sulla ceramica. Il nostro viaggio rappresenta un percorso in contro tendenza. Infatti i piccoli allievi, oggi proiettati nel mondo virtuale, sono protagonisti di un cammino educativo singolare in cui si manipola, si scopre la storia, si conoscono nuove figure come quella dell'archeologo, che potrebbe sembrare anacronistica. Invece, con estrema semplicità, li riconduce alle origini, alla riscoperta della storia e delle radici - conclude Teresa Ceccacci - per guardare al futuro con la consapevolezza del passato».