Le razzie dei cinghiali costringono coltivatori e allevatori a spese esorbitanti. Giorni fa nonno Luigi Cantagallo, capostipite di allevatori e commercianti di carni prelibate, aiutato dai nipoti, ha posizionato una robusta recinzione metallica sul perimetro di una delle sue piantagioni di frumento. Alla domanda sul perché fosse necessario recintare un'area solitamente priva di barriere, ha allargato le braccia sconcertato: «I cinghiali hanno mangiato per tre volte i semi da noi piantati dopo aver preparato il terreno. Non solo, devastano i campi costringendoci a rifare tutto il lavoro».

La piantagione oggetto delle indesiderate attenzioni dei cinghiali si trova al confine con la macchia comunale, il bosco per antonomasia, esteso per oltre trecento ettari.
Durante il giorno la frescura favorisce il riposo indisturbato dei suini selvatici, il cui numero è aumentato a dismisura, e che durante le ore notturne se ne vanno in giro sui campi circostanti depredando e devastando. Interi branchi, poi, scendono dalla collina che domina Tufano, poco distante dalla macchia; si tratta degli animali che, usufruendo della "impunità" riservata alla zona circostante il lago di Canterno, dominano incontrastati tra Ferentino, Fiuggi e Porciano. Giorni fa allevatori e coltivatori hanno protestato per i danni subiti dai cinghiali, chiedendo adeguati risarcimenti e iniziative per contenere l'incredibile proliferazione degli animali che, in condizioni ottimali come nella nostra zona, continuano a moltiplicarsi.