Esasperanti, fastidiosi, massacranti. Questi gli aggettivi che la gente del posto usa per classificare il rumore prodotto dai veicoli che transitano sulla superstrada Sora-Cassino nel tratto che attraversa la contrada Cancello di Atina. La carreggiata passa a pochi metri da decine di case abitate e il suo manto d'asfalto corroso e assente in molti punti fa sì che le ruote che vi transitano sopra (soprattutto quelle dei tir e degli autocarri) producano un frastuono «degno dello sferragliare di un treno merci», come sottolinea un residente che abita in una casa a venti metri dalla strada e che è ancora in attesa del nuovo asfalto promesso. «Al rumore delle ruote, poi, si aggiunge quello dei motori che spingono tonnellate su per la salita, ampliato dall'effetto rimbombo della gola entro cui è stata ricavata la superstrada», aggiunge.

Ma ora quel residente non ne può più: è passato alla carta bollata anche per denunciare il fatto che con recenti lavori sono stati eliminati decine di metri di guardrail, col rischio che se un'auto finisce fuori strada in quel punto se la ritrova sull'aia di casa.
Neanche gli altri residenti della contrada Cancello restano con le mani in mano. Due anni fa affidarono la pratica dei rumori in superstrada all'avvocato Francesco Spallino: un comitato di cittadini aveva interessato l'Arpa (l'Agenzia regionale per la protezione ambientale del Lazio) perché misurasse il rumore proveniente dal traffico in superstrada: risultò che i valori erano nella media.

Esito che fu accolto con una frecciata: «Non sappiamo che farcene delle medie rilevate - lamentò il promotore della petizione - Noi vogliamo conoscere i picchi del rumore e per quanto volte nell'arco della giornata si manifestano, a noi interessano i rumori e non il silenzio», rilevò aggiungendo sarcastico: «Serve sapere quando c'è rumore e con quale intensità e non quando non passa nessuno».

Gli stessi residenti delle contrade coinvolte, esasperati dall'infernale rumore che sono costretti a sopportare, hanno raccolto decine di firme a sostegno della richiesta di installare barriere antirumore, petizione caduta nel vuoto adducendo gli elevati costi dell'intervento come giustificazione.
Stesso risultato è stato ottenuto quando ci si è rivolti ad alcuni politici locali.