Un documento che riscrive la mappa delle marocchinate in Ciociaria. E che smentisce con la crudezza dei numeri la versione storica delle 50 ore di libertà concesse alle truppe coloniali francesi che si macchiarono di quegli orrendi crimini contro la popolazione inerme. Donne, ma anche uomini e bambini, stuprati a migliaia; violenze inaudite, gratuite, umilianti, che non hanno mai avuto giustizia. E che a oltre 75 anni da quei tragici eventi vengono alla luce con più chiarezza.

Il documento in questione è datato 17 ottobre 1956. L'ha scovato negli archivi storici l'Associazione nazionale vittime delle marocchinate (Anvm) presieduta da Emiliano Ciotti, che ha potuto recuperare l'atto dopo che questo è stato desecretato. È indirizzato allo Stato maggiore dell'esercito e firmato dal colonnello capo Francesco Pontani. Riporta in alcune tabelle i casi di violenza carnale perpetrati dai militari del Cef, il Corpo di spedizione francese al quale erano aggregate truppe provenienti dal Marocco e da altri Paesi africani. Si tratta di episodi accertati in ben 46 comuni ciociari dalle forze dell'ordine attraverso denunce e indagini. Dati che non registrano tutti gli stupri commessi (molti non furono mai denunciati), ma che ritracciano la penosa geografia di quei delitti bestiali.

Cade così la convinzione diffusa finora che l'orda di stupratori si accanì soprattutto nella zona di Esperia, considerata suo malgrado la un luogo simbolo delle marocchinate. Qui i casi accertati di violenza carnale furono ben 326, ma in altri paesi ciociari andò ancora peggio. E di molto. A Castro dei Volsci se ne contarono quasi il triplo, 940. Altre 809 a Pico, 706 ad Amaseno, 625 a Pastena, 390 a Pontecorvo, 275 ad Ausonia, 175 a San Giovanni Incarico, 150 a Ceccano, 138 a Falvaterra, 121 a Vallecorsa. E ancora, 60 a Sant'Elia Fiumerapido, 30 a Castelnuovo parano, 27 a Pofi e 9 a Coreno Ausonio. Anche la vicina provincia di Latina non venne risparmiata, con Lenola (216), Spigno Saturnia (100), Campodimele (91) e Fondi (53) tra i centri più colpiti.

Migliaia di stupri e indicibili violenze impossibili da perpetrare nelle famose 50 ore di libertà concessa alle truppe coloniali francesi dal generale Juin. Numeri per questo destinati a riscrivere non solo la mappa, ma anche il calendario di quell'orrenda pagina di storia e di brutalità.