Quattro consiglieri d'opposizione lanciano l'allarme: sta riesplondendo la questione degli asili nido. L'argomento è infatti al centro di un'interpellanza presentata da Pavia, Tarquini, Costantini e Maggi, i quali chiedono conto della gestione delle strutture accertando se la concessionaria abbia assolto gli obblighi assunti al momento dell'aggiudicazione della gara e se il Comune abbia adempiuto ai suoi doveri di controllo e agli impegni votati dal consiglio comunale, che chiedevano maggiori investimenti (resi possibili dalla legge sulla "Buona scuola") e una soluzione di lungo respiro, adeguata per le famiglie e giusta per i dipendenti.

I quattro esponenti di minoranza sollevano il problema, a livello politico, dopo aver appurato che «si è aperto un contenzioso tra i dipendenti e il consorzio di cooperative risultato aggiudicatario dell'appalto»: una controversia che «ha messo a nudo le tante ambiguità del comportamento del concessionario – che è propriamente oggetto dell'attenzione dei sindacati – ma anche le lacune dell'azione comunale, evidenziatesi dal momento della progettazione e realizzazione dell'appalto – che già allora apparve fortemente sotto dimensionato economicamente rispetto agli obblighi richiesti da leggi e contratti – fino a quello, altrettanto decisivo, del controllo sulle attività, gli standard garantiti, la puntuale attuazione degli obblighi convenuti».

Per Maggi, Costantini, Tarquini e Pavia la situazione presente le stesse (negative) condizioni di quattro anni fa, con una gestione giudicata criticabile e che «sembra essere andata in direzione opposta a quella auspicata». Infine, si fa rilevare che «l'asilo nido è un elemento centrale di un sistema di welfare comunale e distrettuale degno di questo nome. Non si può dunque andare avanti come si è fatto finora, cioè mettendo le pezze a una situazione sempre più sbrindellata e con finanziamenti sempre più ridotti che, alla fine, caricano sulle famiglie oneri troppo elevati e che, perciò, scoraggiano le madri dall'utilizzarlo. Sarà nostro impegno quello di cercare, insieme con gli addetti ai lavori e guardando alle esperienze più riuscite, un nuovo profilo del servizio».